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ESCLUSIVO – LA STORIA: SAN BIAGIO A CASTEL DI SASSO 

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 castel di sasso|Rosario Di Lello| Castel di Sasso. In un elenco di chiese compilato per la diocesi di Caiazzo, nell’anno 979-’80, viene nominato Sanctus Petrus ad Sassa, San Pietro a Sasso, ma non San Biagio  Un documento del 1326, riporta, invece, che, in questo stesso anno, e di certo già da prima,  vi era, nell’archipresbiterato di Schiavi, oggi Liberi, la chiesa di S. Biagio di Sasso. Nell’anno successivo, il detto luogo di culto risultava retto da un cappellano…  In altro documento dell’ultimo decennio del ‘500, si legge che nel castello di Sasso v’era la Chiesa Parrocchiale di san Biagio. Negli anni Venti del secolo successivo, san Biagio risultava, con san Pietro, contitolare della parrocchia.  Nell’ultimo quarto del ‘700, un quadro trovò posto nel presbiterio della chiesa parrocchiale; in esso si vedono dipinti la Madonna col Bambino, san Biagio e una  donna col figlioletto tra le braccia (Figg.1-2). Nell’ultimo quarto dell’ ‘800, l’arciprete Antonio Laurenza vendeva i così detti ceri di San Biagio e col ricavato provvedeva a rifarne la statua e a ripararne la chiesa. Quanto detto è testimonianza di una fede nel Santo e di una venerazione non comuni.                                 E non è tutto, la fede ha trovato espressione anche nella ricorrenza del 3 di febbraio, infatti, la solennità viene ancora celebrata con novena, messe nell’arco della giornata e processione per il centro abitato. Nel corso della funzione religiosa, inoltre, i devoti cantano l’inno a San Biagio (Fig. 3), composto nella prima metà del secolo scorso e  con la collaborazione di don Fresa, da Gennaro Luongo che, artigiano di Sasso e suonatore dell’armonium in chiesa (Figg. 4-5), musicò pure  altri canti.

I devoti, inoltre, ricevono l’unzione della gola per mezzo di candele intinte in olio benedetto. Al termine, si procede alla tradizionale offerta dei biscotti di San Biagio.        

Ma chi era san Biagio? perché la ricorrenza cade il giorno 3 di febbraio? perché tanta venerazione a Castel di Sasso? qual è il significato del quadro? a cosa fanno riferimento alcuni versi dell’inno? quali simboli racchiude l’unzione della gola mediante candele? Si desume, soprattutto, da Vite leggendarie e da Officia Sanctorum: testi più o meno tardi riferiscono che san Biagio fu dapprima medico –secondo la tradizione– e poi vescovo di Sebaste, in Armenia, al tempo dell’imperatore Licinio negli anni 308-327. Durante la persecuzione a carico dei cristiani, si ritirò sul monte Argeo, in una zona selvaggia e vi curava  malati che da ogni parte del territorio si recavano da lui. Curava perfino le bestie feroci, quando si riunivano, mansuete, davanti la grotta in cui l’uomo del Signore stava intento ai divini uffici. Venuto a conoscenza del fatto, il governatore della regione, ordinò che lo portassero al suo cospetto.Lungo la strada, la gente gli presentava i malati, perché li guarisse. Fu allora che una donna, disperata, gli mostrò il figlioletto soffocato da una spina di pesce; allora Biagio pregò il Signore e il fanciullo fu prontamente sanato; non solo, via facendo ordinò a un  lupo di restituire il porcellino predato a una vedova assai povera.Ripreso il cammino, giunse a destinazione si oppose al governatore, sicché, per ordine di questi, venne torturato.       Mentre languiva in carcere, la vedova che era stata da Lui aiutata, corruppe le guardie e gli offrì del cibo e delle candele per illuminare il buio della cella; Egli, impietosito, le consigliò di accenderne, ogni anno, una al Signore, se avesse voluto riceverne salute e bene    Il governatore impose altri supplizi e la decapitazione. Condotto a morte, il Condannato pregò affinché, per sua intercessione, Dio sanasse chi, avendo  un qualche osso o qualche altro male nella gola o qualche altra infermità, ne avesse chiesto l’aiuto con fede. Gli mozzarono il collo. Era il giorno 3 di febbraio.Pure dopo morto san Biagio operò guarigioni soprattutto di malati di gola, sicché anche illustri medici ne tramandarono il potere miracoloso. Prove della diffusione del culto, sono, tra l’altro, le chiese consacrate al Santo e le immagini di Lui, specialmente dal  XIV secolo; e appunto nei primi decenni del ‘300, come s’è detto sopra, ciò risulta essere avvenuto anche per Liberi e per Sasso. In seguito, il Santo vi è stato eletto patrono; gli è stata consacrata una chiesa; gli è stato donato un quadro che riproduce il miracolo della lisca; ancora ai nostri giorni, viene ricordato, il 3 di febbraio, con funzioni religiose che, nell’inno e nel rito dell’unzione, ne rievocano episodi della vita e, con i biscotti, richiamano alla mente la glottide ammalata.

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Fonti:

Di Dario, B., Notizie storiche della Città e Diocesi di Caiazzo, Lanciano, Carraba, 1941.

Secondino, A., San Biagio un medico santo, s.l., ma Sasso, Ed. Blasiumpress, s.d., ma 2008.

Di Lello, R., San Biagio nella storia e nel folklore in diocesi di Alife-Caiazzo. Relazione, 2010.

Parillo, A., referente tel., da Sasso, 29-12-2015.

Applauso, L., ref.tel. e inf., da Liberi, 15-01-2016.

Fig. 1- Castel di Sasso, chiesa di San Biagio, particolare. (Foto A. Parillo)

Fig. 2- Chiesa di San Biagio, quadro a capo d’altare. (Foto A. Parillo)

Fig. 3- Inno a San Biagio, manoscritto di Gennaro Luongo. (Foto A. Parillo)

Fig. 4- Gennaro Luongo. (Foto A. Parillo)

Fig. 5- Chiesa di San Biagio, armonium. (Foto A. Parillo)

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