MUSEO MARROCCO, LA NUOVA DIRETTRICE LAURA DEL VERME A CASERTASERA “FONDAMENTALE COLLABORARE INSIEME”
|Valentina Monte| Piedimonte Matese. A seguito della riapertura del museo civico, in molti si chiedono cosa sarà fatto, quali le iniziative, il modus operandi. Naturalmente, ciò che sta a cuore, al di là di tutto, è la sua continuità affinché quanto fatto non vada perso, per chi ci ha creduto fin dall’inizio, e per chi considera la cultura e la storia di questo territorio il punto di forza per poter ancora fare qualcosa di concreto. La nuova direttrice del museo, la dott.ssa Laura Del Verme, ha risposto alle nostre domande poco dopo la riapertura.
– Laura, lei nasce nella culla della storia archeologica, ha alle spalle esperienza nei siti di Cuma e Paestum, dunque realtà archeologiche di spessore nazionale ed internazionale. Oggi, per quanto riguarda il museo civico Marrocco, raccoglie in eredità una realtà piccola ma matura, frutto del lavoro della dott.ssa Raffaella Martino e dei volontari di Am’arte. Quale sarà il primo obiettivo?
“Stiamo parlando di una struttura, una delle più antiche della Campania, amata e vissuta da più di 100 anni e per me ha lo stesso valore emozionale dei posti da lei citati. Valorizzare le risorse umane che già sono presenti in quel contesto, questo l’obiettivo perché mi occupo di quelle che sono una serie di attività di gestione dei percorsi culturali, e quindi visto che qui Piedimonte ha una realtà associativa così importante, dei ragazzi che sono motivati, qualificati, capaci e che hanno voglia di fare, io spero pertanto che la mia esperienza pregressa possa servire più a loro”
– Il suo incarico durerà fino alla fine della gestione commissariale, dunque cinque mesi. Lo ritiene un lasso di tempo breve per nuovi progetti?
“Breve sì, ma non così tanto da non poter fare una serie di attività, ma soprattutto è importante sottolineare che il mio percorso interrompe un momento di chiusura della struttura; l’importante non è quello che farò io, ma è fondamentale che il museo rimanga aperto perché questa comunità lo rivuole aperto, e quindi noi faremo una serie di attività assolutamente in linea con quello che è stato già fatto perché è stato fatto un ottimo lavoro. Attività che possano servire a recuperare dei percorsi identitari”
-Infatti già prima di lei era in itinere la realizzazione di questa rete museale che effettivamente esiste già. Lei intende proseguire con questa linea?
“Assolutamente, il lavoro di squadra è sempre premiante, nella mente di un archeologo e di una persona che lavora nel mondo della cultura non esiste la figura del tuttologo, noi dobbiamo fare squadra; io lo farò con tutti quelli che vorranno collaborare col museo, sicuramente”
– Questione Corridore del Monte Cila: sappiamo che la statuetta, ormai simbolo della città, è in prestito. Può essere fatto qualcosa affinché la sua permanenza sia definitiva?
“Si cercherà sicuramente di fare in modo che la statuetta non venga riportata in deposito, impegnandoci in un percorso virtuoso che ci consenta di mantenerlo qui definitivamente”
– Una curiosità prima di lasciarla al suo lavoro, chi è stato il primo a farle gli auguri?
“E’ stato il direttore del museo di Paestum, Gabriel Zuchtriegel. Mi ha fatto molto piacere, ma, adesso, ciò che mi sta a cuore è ripartire con il Mucirama, in sinergia”.
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