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PROCURATORI CATTIVI? A VOLTE NO

Vittorio Patruno|Nei lunghi anni della mia esperienza nel calcio come ds, responsabile di settori giovanili e poi come redattore sportivo ho sempre criticato e mi sono battuto contro l’arruolamento precoce dei talentini, oltre che all’ormai conosciuta politica fatta di aggressività e spregiudicatezza di procuratori e pseudo-procuratori che operano nelle infinite galassie del pallone italico e che, in quel limbo tra calcio giovanile e mondo professionistico, millantano conoscenze ed agganci con club importanti.Personaggi, che ormai non necessitano più della qualifica di procuratore sportivo a causa della deregulation da parte della FIFA del 2015, popolano campi e campetti di calcio per ingaggiare frotte di giovanissimi aspiranti CR7 con la promessa di partecipare a provini che, nella maggior parte dei casi, non si verificano, salvo poi passare all’incasso di parcelle dai genitori illusi, cosa che non fa altro che sfasciare le illusioni dei baby calciatori.

E’ pure noto che il livello tecnico con questo sistema si abbassa sempre più anche perché dai vivai non emergono i migliori ma quelli che hanno la spinta giusta.

Vivaddio sembra esserci un profondo rinnovamento nella categoria con l’ingresso di personaggi come l’avvocato Giovanni Di Caprio procuratore federale professionista che col suo staff sta destando un’ottima impressione tra gli addetti ai lavori. L’arrivo dell’avvo, come mi piace chiamarlo, una persona normalissima atterrata in un mondo di squali e arrivisti, ha dato vita ad un nuovo metodo di selezione dei baby calciatori, ponendo come obiettivo il vedere all’opera ragazzi inseriti in un gruppo facendoli esibire singolarmente in una squadra che vedono per la prima volta, una formula che lascia agire il ragazzo in scioltezza e senza condizionamenti.Siamo sulla strada giusta col metodo Di Caprio? Per chi ha potuto vederlo all’opera c’è da giurare di sì.

 

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