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VIDEO|LA MAMMA DI TIZIANA CANTONE  RACCONTA LA SUA LOTTA NEL NOME DELLA FIGLIA MORTA SUICIDA PER COLPA DEL WEB 

 

Maria Capua Vetere. “Codice rosso: novità e criticità ”. E’ stato questo, il tema di un importante convegno che si è tenuto  presso la struttura della scuola di formazione forense di via Lussemburgo a Santa Maria Capua Vetere. L’evento, organizzato  dal comitato Pari opportunità dell’Ordine degli avvocati  è stato inserito  nella giornata internazionale contro la violenza  sulle donne. Forte  e toccante la prima parte dell’evento, moderata dalla giornalista de il Mattino Marilu’ Musto con l’intervento della signora Maria Teresa Giglio, madre di Tiziana Cantone, la ragazza che si suicidò dopo la diffusione sul web di alcuni suoi video pornografici amatoriali. A margine dei lavori abbiamo sentito il presidente del comitato pari opportunità Olimpia Rubino.  (Guarda il video)

MARIA TERESA GIGLIO RACCONTA LA SUA LOTTA NEL NOME DELLA FIGLIA TIZIANA CANTONE MORTA SUICIDA PER COLPA DEL WEB 

Fortuna Natale | S. Maria Capua Vetere – In un religioso silenzio, davanti ad una commossa e nutrita platea di magistrati, avvocati e giornalisti, nel pomeriggio di ieri 25 novembre 2019, nel giorno in cui si sono ricordate in tutto il mondo le donne vittime di violenza, la mamma di Tiziana Cantone, tra le lacrime, ha raccontato il dramma di sua figlia uccisa dal web e indotta al suicidio, non riuscendo a sopportare più il tormento e la vergogna per la diffusione in rete, a sua insaputa, di alcuni video hard privati che la vedevano protagonista.

Una giornata quella di ieri fortemente voluta dal Comitato Pari Opportunità di S. Maria Capua Vetere e dall’Ordine degli Avvocati per fare il punto sulla situazione e riflettere insieme su “ciò che è stato fatto” e su “quello che ancora resta da fare” analizzando i punti critici e di debolezza, ma anche tutte le novità legislative riguardo a quella che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha definito una “emergenza pubblica”.

Maria Teresa Giglio dal giorno della morte della figlia non ha mai più smesso di lottare per contrastare quell’onda infernale di odio e di cattiveria che si imbatte’ nella loro vita trasformandola per sempre in un incubo e che spinse sua figlia Tiziana a togliersi la vita. Questa donna, dall’apparenza così fragile, ma dalle parole una vera guerriera, ha trasformato il suo dolore per la perdita così assurda della figlia Tiziana in quella che lei stessa definisce una vera “missione” volta ad avere giustizia ed a vedere approvata una legge che punisca davvero chiunque si macchi di reati così gravi. Una legge che ancora oggi a tre anni dalla morte di Tiziana non esiste e che l’emendamento sul REVENGE PORN, interno al Codice Rosso, da solo non può bastare.

E’ troppo riduttivo il termine “revenge porn” perché queste immagini vengono divulgate sul web senza il consenso dell’interessato e talvolta non sempre per una vendetta.“Bisogna punire anche i cosiddetti haters, gli odiatori seriali, coloro che vanno a commentare in toni denigratori, perché il loro commento, cattivo, volgare, calunnioso ed offensivo non è altro che una vera e propria violenza psicologica, subdola e meschina”.  “Questi commenti” – continua Maria Teresa – “che non hanno nulla a che vedere con la libertà di espressione, ma che sono invece diffamatori devono essere puniti alla stregua del reato di revenge porn perché inducono al suicidio, così come è accaduto per Tiziana”. Tiziana, è finita senza volerlo, avvolta dalla solitudine in cui è stata relegata dal suo ex fidanzato, nel gioco di uomini senza scrupoli, che pubblicando quei video hard sul web, hanno violato la sua intimità, uccidendone l’immagine, la dignità, il decoro, la onorabilità, inducendola al suicidio con un foulard intorno al collo in un pomeriggio d’estate.“Tiziana è morta anche e soprattutto per le calunnie, la malvagità, la cattiveria di questi odiatori seriali, perché le parole come mai in questo caso sono state coltellate, pallottole e macigni che hanno spezzato una vita”. “Al di là dello schermo” – continua la mamma – “di quella pagina condivisa, commentata, derisa, umiliata ci sono persone, persone reali in carne ed ossa che vengono massacrate nella loro identità di individuo, colpite ferocemente nella loro sensibilità, danneggiando la nostra parte più fragile e instaurando un meccanismo perverso, irreversibile e incontrollabile di distruzione della persona che non desidera altro che liberarsi da questa vergogna.Un racconto, quello di Maria Teresa Giglio emozionante e a tratti drammatico, di una donna guerriera che non smetterà mai di chiedere giustizia e verità per la morte di sua figlia Tiziana e per colmare quel vuoto legislativo che possa punire realmente tutti coloro che si sono resi complici della sua morte aprendo, condividendo e commentando quelle pagine web.  Maria Teresa ha raccontato la sua lotta che va dalle aule dei tribunali alle conferenze stampe per diffondere e divulgare tutte le informazioni possibili su come combattere il revenge porn e su come ottenere una legge efficace per la diffamazione sui social network a carico delle donne.Tre anni ci sono voluti per eliminare i contenuti rubati a Tiziana, purtroppo ancora non del tutto bloccati.“E’ un dovere il mio” – ha spiegato Maria Teresa – “di continuare questa battaglia contro la pornografia non consensuale perché forse non sono morta quel giorno con mia figlia proprio per far si che tutta la verità venga fuori, la verità su chi ha approfittato di lei, della sua fragilità, della sua vulnerabilità e che invece di proteggerla ha lucrato pubblicando quei video che l’hanno privata della sua libertà. Una libertà violata innanzitutto da colui che ha introdotto per primo il video sul web, di quelli poi che hanno commentato e condiviso ed infine di quelli che hanno commercializzato sulla sua immagine creando un vero e proprio merchandising vendendo gadget di ogni genere e creando parodie su di lei.Tiziana era una giovane donna come tante altre giovani donne, sognava di vivere una storia d’amore che la facesse sognare, che le mettesse le ali, ma ha trovato lungo il suo cammino solo “maschi” incapaci di amare che con i loro pugni e schiaffi virtuali l’hanno portata alla morte.Dove c’è violenza psicologica o fisica, o le due cose insieme, non c’è, e non potrà mai esserci amore. (Tiziana Cantone con la mamma Maria Tersa Giglio, in una foto di famiglia).

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