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SOCIOLOGIA-L’AGRICOLTURA, UNA RISORSA PER LA RIPRESA DOPO IL COVID 19

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Gentile Dott.ssa La ripresa economica grazie al lavoro nei campi e la rivalutazione delle competenze del contadino come professione, sarà favorita ?

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*Roberta Marra|Il ritorno all’agricoltura come soluzione alla crisi post corona virus è una delle tante risorse da considerare, certamente resterà un progetto ambizioso. A livello macro la globalizzazione è entrata in crisi profonda, per cui sarà decisamente opportuno ridisegnare obiettivi ed equilibri micro. La sociologia attraverso l’ausilio di sociologi urbani e del lavoro, ha cercato di tracciare una visione futura dell’economia mediante una macro analisi in riferimento alla globalizzazione. Certamente, ci troviamo difronte ad un mercato rallentato, soprattutto a seguito della chiusura delle frontiere, pertanto alla riduzione del import-export. Per avere una visione chiara delle prospettive, riporto alcuni dati a testimonianza della comprovata difficoltà: “Secondo organizzazione mondiale del lavoro il Pil a livello mondiale calerà del 3% e la conseguenza saranno decine di milioni di disoccupati in più nel mondo”. Un dato che in maniera sommessa evidenza in anticipo una modifica delle gerarchie sociali designate dal reddito, oltremodo impossibile non pensare che i ricchi resteranno ricchi i poveri più poveri e costretti a doversi reinventare in virtù di promesse politiche che talvolta illudono o temporeggiano, in relazione ad una macro politica mondiale prima ed Europea poi. Inevitabilmente anche gli equilibri di potere sono destinati a cambiare e ci saranno alcuni paesi che si rafforzeranno rispetti ad altri. Da questi presupposti darsi all’agricoltura ha un senso se si sceglie con attenzione il tipo di produzione; sono preferibili prodotti di nicchia nonostante il vertiginoso aumento dei prezzi, il lockdown ha modificato le abitudini e dato ampio spazio alle sperimentazioni culinarie e al benessere salutistico. Per i fortunati un modo come un altro per riempire momenti vuoti, dilettandosi ma non sarà lo stesso in termini imprenditoriali; è sempre bene contestualizzare la tendenza e distinguerla dall’evento e con esso le conseguenze del futuro. La professione contadina non ha mai perso il proprio valore intrinseco nel tempo; in quanto a saggezza e a testimonianza della fatica fisica, ma sarà certamente una professione che si differenzierà maggiormente per la qualità. Il comparto agricolo chiama in causa molti enti che a sua difesa hanno investito tanto a partire dal Ministero per le politiche agricole al fine di favorire l’accesso dei giovani all’agricoltura all’ambizioso programma di sviluppo rurale da consumarsi entro il 2023 che vede impiegati milioni di euro. Il comparto “agroalimentare” si conferma è un settore strategico soprattutto se si considera l’aspetto secondo cui i vari Paesi saranno più attenti all’auto-approvvigionamento in particolare per i farinacei. Restano scenari, precari, quindi da capire e interpretare senza sottovalutare nessun aspetto a se legato, probabilmente siamo ad una svolta epocale del settore grazie all’aumento del biologico a favore di un rafforzamento del concetto di vita salutare e di alimentazione sana, ma per una economia che tendenzialmente deve crescere in maniera esponenziale è opportuno dire che si basa su presupposti e domande e offerte vulnerabili.

 

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