SAN POTITO SANNITICO, BOCCONCINI AVVELENATI IN VIA GENERALE IZZO, PRESO DI MIRA UN INNOCUO GATTINO
Emiddio Bianchi. San Potito Sannitico. Partiamo da quanto rischiano le persone che maltrattano gli animali: nell’articolo 544 bis del codice penale è stato stabilito che chiunque provochi la morte di un animale “per crudeltà o senza necessità” è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni. Detto questo, raccontiamo quanto sta accadendo in via Generale Izzo, a San Potito Sannitico. In quella strada del centro è evidente che c’è qualche cittadino a cui gli animali non vanno a genio, i gatti in particolare, felini che per chi non lo sapesse, sono animali territoriali, che vivono cioè laddove sono nati. Quindi, a differenza del randagismo che può esistere nei cani, i gatti che si trovano in quella strada dovrebbero essere nati proprio in quel luogo, con i propri genitori che potrebbero appartenere addirittura agli stessi abitanti del posto. Ebbene, via Izzo è stata disseminata di bocconcini avvelenati, all’apparenza succulenti, che provocano la morte negli animali dopo una straziante agonia. Uno dei sopravvissuti è un gattino che sta nel palmo di una mano, dimenticato da chi vive in via Izzo, ma ancora vivo grazie alle amorevoli cure di chi viene da lontano e ha a cuore, magari denigrato, le sorti degli animali. La legge numero 81 del 1991 prevede infatti che i volontari, qualora non si preoccupino gli abitanti del luogo, possano intervenire a favore di questi animali anche nel suolo privato, oltre che in quello pubblico. Provvedere con bocconcini avvelenati è una cosa gravissima, che può risultare fatale non solo per gli animali, ma per le stesse persone che compiono questi atti criminali. A loro ricordiamo nuovamente che la legge 544 bis gli potrebbe far andare di traverso le loro malefatte.
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