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RUBRICHE-DON ANTONIO CI SPIEGA PERCHÉ NON È TRISTE IL TEMPO DI QUARESIMA

Carissimi lettori, il tempo di Quaresima non è un tempo triste, perché entra nei tempi ordinari della nostra vita, per strappare alla radice ogni tristezza. La Quaresima è un tempo opportuno per questo sradicamento. E allora “tagliamo” le radici amare della nostra vita. Si tratta di abbandonare le abitudini di sempre, per fare un cammino interiore paragonabile al cammino che Gesù compie nella sua vita. Si tratta di stare con Lui, per fare crescere in noi i suoi stessi sentimenti. Nel Vangelo di oggi leggiamo che Gesù condusse su un alto monte i tre discepoli, a Lui più legati: Pietro, Giacomo e Giovanni. Li prese con sé, cioè li strappo’ da loro stessi, per associarli alla sua vita, alla sua vocazione, alla sua missione e al suo cammino. Perché Gesù non ama camminare da solo. Egli si lega a quel gruppetto di uomini, impasta la sua vita con loro, pur sapendo che sono deboli, fragili, limitati e limitanti. Proprio per questo li prende e non li lascia indietro, anche se non sempre capiscono. Perché Gesù è il vero Pastore. Non si stanca di stare con i suoi. Li porta con sé. Non si stanca di stare con noi, con le nostre comunità pastorali. Ci porta sempre con sé. Ma vuole che anche noi come i suoi discepoli di allora, restiamo svegli per vedere la gloria di Dio. Gesù vuole farci capire che davvero vale la pena continuare a fissare il suo volto, così diverso dal volto degli uomini. I tre discepoli, aprendo gli occhi non videro altro che Gesù solo. Fu senza dubbio, un’esperienza incredibile. Può essere anche la nostra esperienza se andiamo fuori con Gesù , se saliamo con Lui un poco più in alto di noi stessi. Solo così parteciperemo a realtà e a sentimenti più grandi e comprenderemo logiche diverse da quelle del mondo. Stare assieme a Gesù vuol dire già trasfigurare il proprio volto e il proprio cuore. La Trasfigurazione è la rottura del limite. La Trasfigurazione è contemplare quanto è buono il Signore, quanto sono ampi i suoi orizzonti, quanto sono profonde le esigenze del Vangelo. Per uscire dalle nubi dei nostri limiti basta alzare gli occhi, per vedere Gesù solo davanti a noi e andare con Lui. In certe situazioni, anche noi ci lamentiamo del dolore umano e ci chiediamo perché la morte per fame, per carestie, per catastrofi naturali, perché l’uccisione degli innocenti e dei bambini? Perché la morte improvvisa? Ma dove sta Dio quando l’umanità soffre? Santa Caterina da Siena si chiedeva:”Dov’eri Signore quando il mio cuore era nelle tenebre? e il Signore rispondeva:”Ero nel tuo cuore”. E allora, non possiamo dire che Dio oggi si ritrae, ma come nella Bibbia continua a prendersi cura dei suoi figli e anche in modo più diretto e continuo. Con la Trasfigurazione, Gesù ci dà un assaggio della sua gloria, che si rivelerà nella sua pienezza nella Risurrezione. E questa realtà sperimentata dai tre discepoli di Gesù, deve essere sperimentata anche da noi. E non possiamo sperimentarla se vogliamo essere solo cristiani per salvare la faccia, se non preghiamo e vegliamo con Gesù, se lo seguiamo solo da lontano o solo per abitudine, se andiamo in Chiesa e non facciamo nostro quello che ascoltiamo , per viverlo nella vita di ogni giorno. Diversi anni fa conobbi una signora che aveva perso il marito, che aveva poco più di 40 anni. La morte del marito aveva messo in crisi di fede quella donna che si chiedeva :”Perché il Signore me l’ha portato via? Noi eravamo una bella famiglia, siamo sempre andati in Chiesa, abbiamo sempre pregato… perché?”. La risposta a questo interrogativo possiamo trovarla solo se consideriamo che i pensieri di Dio non sono i nostri pensieri e che Dio dal male sa trarre il bene. Solo se il dolore e la sofferenza vengono accettati con gioia, diventano strumenti di perfezione e di gloria e ci aprono le porte del Paradiso. E se è così la nostra disponibilità verso chi è ammalato deve spingerci ad accettarlo, ad accoglierlo e ad amarlo non con le parole, ma con i fatti. Possa questo messaggio, iniziando dall’Alto Casertano, raggiungere quante più famiglie per metterlo in pratica, svolgendo così un servizio per gli altri, così gradito a Dio. Buona e Santa Seconda Domenica di Quaresima!
Don Antonio

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