FLAVIANO MONTAQUILA, PRESIDENTE DI CALCIO E UOMO DAL CUORE BUONO. 4000 CHILOMETRI PER SALVARE I BAMBINI DALLA GUERRA
Vairano (Caserta).E’ un grande sportivo dal un carattere mite e generoso che tratta i suoi calciatori come farebbe un fratello maggiore vista anche la sua giovane età. E’ un imprenditore nel settore dei trasporti da turismo con una consistente flotta di autobus e Presidente di due squadre di calcio: il Termoli in Eccellenza, ora in testa alla classifica e l’Aurora alto casertano in “D”. Pochi si sono meravigliati del suo gesto di grande solidarietà, riportato anche dalla stampa nazionale, soprattutto quelli che lo conoscono bene. Parliamo del Presidente Flaviano Montaquila che è partito da Vairano Patenora per raggiungere Varsavia, in Polonia, per portare in Italia chi sfugge dalle bombe di Putin e da una guerra assurda e sciagurata come tutte le guerre.
Non ci ha pensato su due volte, e solo con un piccolo aiuto della Caritas di Presenzano, ha chiamato a raccolta i suoi autisti è ha detto loro: “ragazzi, ora dobbiamo dare una mano”. Gli autisti, hanno ubbidito e non hanno battuto ciglio. Sono saliti sui mezzi e sono partiti diretti in Polonia: tre giorni di viaggio intenso, quasi 4000 chilometri, tanta stanchezza ma felici per essere riusciti a portare in salvo tantissime persone : ben 57 fra cui 28 bambini. ”Io non ho fatto nulla di speciale – ha detto il Presidente Montaquila – e’ un gesto semplice e doveroso perché si trattava di portare in salvo tante persone che avevano negli occhi la paura, il terrore di morire da un momento all’altro per la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina e che tutti ormai conosciamo, inutile scendere nei dettagli. Chi non lo avrebbe fatto. Alla fini mi sono beccato anche il covid ma ora sto bene, sia pure dopo un quarantena ma sono felice. Finalmente l’altra mattina arriva anche il referto della mia negatività al covid che mi aveva rinchiuso in casa al mio ritorno. La solidarietà deve essere alla base di tutti noi ed io quello ho fatto, avendo a disposizione i mezzi che me lo hanno consentito “.
Onore al merito.