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RUBRICHE-DON ANTONIO CI SPIEGA COME METTERE A COMPIMENTO L’ESPERIENZA CRISTIANA

Carissimi lettori, se vogliamo fare l’esperienza cristiana in tutta la sua ampiezza, se vogliamo realizzare il comandamento nuovo dell’amore che Gesù ci propone di fare nel Vangelo di questa Domenica, dobbiamo glorificare Dio, col testimoniare il nostro battesimo e con l’amarci gli uni gli altri. Chi rimane chiuso in se stesso, non è cristiano e non può essere felice, perché l’egoismo e la superbia sono fonti di tristezza e di infelicità. In Marocco, viene ancora ricordato un grande missionario francese, morto quasi 60 anni fa, il Padre Peyriguere, che rimase più di trent’anni fra i berberi delle montagne, senza fare nessuna conversione al cristianesimo, perché i berberi erano e sono musulmani. Una vita tutta spesa nel fare il bene. Quando morì un saggio musulmano gli fece questo elogio dicendo che quest’uomo non aveva né moglie e né figli, ma diede da mangiare a chi aveva fame, vestí quelli che erano nudi, curò gli ammalati, difese chi era trattato ingiustamente e accolse coloro che non avevano una casa. Tutti i poveri erano per lui, la sua famiglia. Tutti gli uomini e le donne, suoi fratelli e sorelle. Che bello, se si potesse dire anche di noi, come si diceva di Gesù e degli apostoli, che tutti ci cercano, non perché abbiamo denaro o potere, ma perché siamo amabili con tutti, generosi, disposti ad aiutare e ad ascoltare e ad amare gli altri. Ricordiamo che l’evangelizzazione non è solo una realtà riservata ai missionari, ma è una realtà che riguarda anche noi. Riguarda me, come sacerdote, riguarda le suore, riguarda i genitori e tutti, come cristiani, in forza del Battesimo. E noi, come tali, dobbiamo continuare quest’opera, iniziata da Gesù. Ci lasciamo evangelizzare dall’ unica vera guida che è Cristo Signore? È Lui che assicura il cammino della comunità e dona la vita. Anche noi, dobbiamo rispondere con la testimonianza di una vita che si dona nel servizio, di una vita che prende su di sé lo stile di Dio. E questo messaggio, partendo dall’Alto Casertano, condividiamolo con le altre famiglie, affinché venga vissuto nel miglior dei modi. E voglio concludere con un aneddoto. Un tale, mentre stava camminando, vide un anziano in difficoltà. Era molto affaticato, zoppicava e trascinava delle borse grandi e pesanti. Quasi non riusciva a reggersi in piedi. Il passante alzò gli occhi al cielo e pregò:” Signore non puoi mandare qualcuno ad aiutare quel poveretto?”. A quel punto arrivò dal cielo una voce:” Ma io l’ho già fatto, ho mandato te”. “Ho mandato te”. Non è forse una chiamata? Siamo pronti ad accoglierla? O Signore, entra nei nostri cuori e rendici più attenti alle difficoltà di chi ci sta vicino! Rendici capaci di amare come Tu ci hai amato. Buona e Santa Quinta Domenica di Pasqua! Don Antonio

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