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CASTELLO DEL MATESE, ROCCIATORI ALL’OPERA: “IL PERICOLO È IL MIO MESTIERE”

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Emiddio Bianchi. Castello del Matese. Sopra e sotto le loro teste, il vertiginoso strapiombo del “taglio” di Castello, con le curve strettissime lungo la provinciale 331 che sovrasta una voragine di qualche centinaio di metri, teatro nel passato di drammatici e luttuosi avvenimenti. I rocciatori chiamati a mettere in sicurezza il costone della montagna, prima che vengano limate le sporgenze rocciose, sembrano non impressionarsi più di tanto del traffico veicolare di quelli sotto di loro che approfittano degli spazi orari fra le chiusure che gli permettono di salire o scendere dal Matese. Il loro lavoro è questo, quasi fossero scalatori delle cime più impervie, i Messner della situazione, imbracati e con attrezzature senza le quali sarebbe impossibile rimuovere o sistemare pietre e alberi pericolanti. Ridare lustro alla strada per il Matese sarebbe impossibile senza il loro contributo. Il pericolo è il loro mestiere. Quando si impreca per i rallentamenti e le lunghe attese da dentro l’abitacolo di una macchina, guardare in alto ed osservare il loro lavoro, sarebbe opportuno. È soprattutto grazie a loro che dopo i tanti sacrifici che stanno sopportando castellani e non solo, che fra qualche mese gli abitanti del Matese potranno godere di una strada più moderna e meno pericolosa.

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Vice Direttore di Casertasera.it. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche e condotto, per molti anni, trasmissioni radio e tv.

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