LO SCIENZIATO MATESINO LUCA MALORNI AL SAN ANTONIO BREAST CANCER SYMPOSIUM PRESENTA I NUOVI RISULTATI DELLE SUE RICERCHE SUL TUMORE AL SENO
Lorenzo Applauso|Si è appena concluso in Texas l’ultima edizione del San Antonio Breast Cancer Symposyum, l’evento scientifico internazionale più importante a livello mondiale per gli scienziati che si occupano di ricerca e cura nel campo del cancro al seno. L’evento si è tenuto dal 6 al 10 dicembre 2022 appunto nella città di San Antonio che, con il suo milione e mezzo circa di abitanti, è la seconda in classifica per popolazione dopo Houston. Questa città ha un ricco patrimonio storico e al suo centro sorge il famoso Fort Alamo, la missione spagnola del XVIII secolo, oggi conservata come museo, sede della famosa battaglia del 1836 combattuta contro il Messico per l’indipendenza del Texas. Lungo il fiume San Antonio si snoda la River Walk, celebre passeggiata pedonale di diversi chilometri, ricca di caffè e negozi, e dalla Torre delle Americhe, alta ben 228 metri, sita nello HemisFair Park, si gode una straordinaria vista è sulla città.
Dal 1977, quando è nato il primo simposio, la sua missione è stata e rimane quella di fare il punto e di fornire informazioni all’avanguardia sulla ricerca sul cancro al seno. Da una conferenza regionale di un solo giorno, il Simposio è oggi cresciuto fino a richiedere ben 5 giorni pieni per poter sviluppare un programma che vede una foltissima partecipazione internazionale di ricercatori provenienti da oltre 90 paesi. Attualmente esso mira a raggiungere un equilibrio tra ricerca clinica, traslazionale e di base, e fornisce un forum per l’interazione, la comunicazione e l’educazione per un gran numero di ricercatori, operatori sanitari e altre persone che hanno un interesse speciale per il cancro al seno. Questa forte crescita è stata dovuta anche ad una serie di collaborazioni tra le quali quella nata nel 2005 con il Baylor College of Medicine di Houston, una delle più prestigiose Scuole di Medicina degli Stati Uniti, e quella nata nel 2007 con l’Associazione Americana per la Ricerca sul Cancro (AACR).
A questo Simposio di San Antonio hanno partecipato anche alcuni ricercatori italiani tra i quali, in posizione preminente, anche il dott. Luca Malorni, direttore del Centro di ricerca traslazionale dell’Ospedale di Prato ma cittadino di Piedimonte Matese, nel cui ospedale è nato proprio nel 1977, l’anno in cui nasceva il simposio e quando la sua famiglia era residente a Raviscanina. Il dott. Luca Malorni è una figura molto nota anche ai nostri lettori perché dalla nostre pagine abbiamo spesso parlato dei suoi successi di ricerca nel campo del tumore metastatico della mammella per essere riuscito ad identificare dei marcatori molecolari capaci di predire gli effetti negativi delle cure standardizzate, fatte seguendo dei protocolli tradizionali, e di sostituirle con cure personalizzate molto più efficaci, secondo le tendenze attuali della medicina personalizzata, detta anche medicina di precisione.
Alla fine del simposio il dott. Malorni si è dichiarato molto soddisfatto per l’attenzione con la quale i risultati che ha illustrato sono stati seguiti e anche per il fatto che la sua conferenza sui biomarcatori di risposta e di resistenza è stata moderata dalla professoressa Rachel Schiff, presso il cui laboratorio al Baylor College of Medicine egli aveva iniziato il percorso di giovane scienziato nel 2006 come Post-Doc, conseguendo nel 2010, dopo solo quattro anni, la posizione di Adjunct Assistant Professor, che avrebbe mantenuta fino al 2017.
È ormai indiscutibilmente confermato che Luca Malorni rappresenta “l’eccellenza della oncologia italiana”, come riconosciuto da altri giornalisti anche della TV fin dal 2019, quando sono sono arrivati sulla stampa i risultati delle sue ricerche, e il suo impegno nella ricerca e i risultati che continua ad ottenere riempiono di orgoglio non solo tutti noi, da Caserta a Piedimonte Matese e Raviscanina, ma tutte le presone che hanno a cuore la salute e il futuro di tante donne colpite dal cancro al seno, che resta ancora oggi la prima causa di morte per patologie oncologiche nella donna.
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