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RUBRICHE- LA GIORNATA DEI MALATI DI LEBBRA CON DON ANTONIO NACCA

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Carissimi lettori, da 70 anni, nell’ ultima domenica di Gennaio, la Chiesa celebra la Giornata dei Malati di Lebbra. E oggi la Liturgia della Parola, per questa occasione ci presenta il Discorso della Montagna con le Beatitudini evangeliche. Si tratta di due temi che stanno bene insieme: perché i lebbrosi, grandi amici di Gesù, che ne guarì molti , sono da sempre sinonimo di emarginazione. Sono i poveri, i deboli, i senza voce e per questo vengono proclamati beati. In passato chi contraeva questa malattia veniva isolato, per evitare che contagiasse i sani. E anche oggi nonostante i progressi della medicina, la lebbra miete milioni di vittime. Eppure oggi come oggi, curare questa malattia costa relativamente poco. Si tratta di una malattia legata strettamente alla miseria, infatti nei Paesi ricchi, essa è praticamente scomparsa e i pochi casi sono subito individuati e trattati adeguatamente. Allora possiamo anche affermare che la lebbra è un prodotto primario dell’ ingiusto ordinamento economico internazionale. E per questo motivo, la giornata mondiale dei malati di lebbra, quest’anno sotto il segno:”Nessuno è ai margini”, continua a rappresentare per l’ A.I.F.O, cioè per l’Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau, un impegno fondamentale per dare voce agli ultimi. Il Vangelo di oggi non parla espressamente della lebbra, ma fa un elenco delle diverse situazioni di grave disagio in cui l’uomo si viene a trovare nella vita e che normalmente vengono definite disgrazie o pazzie. In una società come la nostra, il dolore e il peccato sono considerati tabù e si pensa erroneamente che meno se ne parla e meglio è. Non è così. Gesù nel Vangelo di oggi, non sottovoce con i propri intimi, ma davanti all’ ingente folla, sulla montagna dalla quale Egli parla, capovolge le categorie e le mentalità correnti, lanciando il suo sconcertante messaggio rivoluzionario. Proclama beati i poveri, gli afflitti, i miti, gli affamati di giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati a causa della giustizia e quanti verranno insultati e perseguitati a causa sua. A ciascuno in cambio è garantito il massimo a cui il credente possa aprirsi: il Regno dei cieli, la consolazione, la misericordia di Dio, in altre parole la felicità. E allora facciamo una scelta d’amore, facciamola tutti, dicendo grazie a Dio, perché ci doni di essere annoverati tra i poveri di Dio, per poter salvare con Cristo questo mondo e ricevere la nostra ricompensa nei cieli, dove regneremo con Dio Padre e insieme a tutti i Santi. Buona e Santa Domenica! Don Antonio

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