FC MATESE, PALOMBO, QUANDO UN BRAVO PORTIERE FA LA DIFFERENZA
Emiddio Bianchi. Piedimonte Matese. All’inizio della stagione, senza squadra, venne a Piedimonte per allenarsi in vista del campionato, in attesa di un ingaggio favorevole soprattutto dal punto di vista logistico, perché in quanto a classe non è inferiore a nessun portiere di serie D. La relativa distanza dal suo paese di origine, Ferentino, l’amicizia con la dirigenza del Matese ed anche il legame con il tecnico Urbano, l’allenatore con il quale aveva disputato da protagonista il primo anno fra i pali della quarta serie a Piedimonte, da under, lo spinsero a venire ad allenarsi da queste parti, nonostante sapesse fin dall’inizio che non avrebbe avuto possibilità di scendere campo, non per la sua bravura ma a causa della sua carta di identità. Per un “vecchio” come lui, anno di nascita 1999, era difficile trovare una squadra di quarta serie che giocasse senza il solito portiere under, il trucchetto che quasi tutti gli allenatori adottano per schierare in formazione soltanto tre giovani di movimento al posto di quattro. Le prime partite seduto in panchina, una trafila simile allo scorso anno lontano da casa, ma nonostante ciò sempre presente e attento agli allenamenti con Romagnini. Poi l’esplosione dei giovani, soprattutto di Sorrentino, frutto di una oculata programmazione societaria, che hanno permesso ad Urbano di poter inserire un giovane in più in mezzo al campo e di poterlo schierare fra i pali, nonostante la sua “veneranda” età. Mattia Palombo ha saputo aspettare il suo spazio dietro a Governali, anche se quello che è il suo attuale vice, è anche lui un portiere più che valido e fa in panchina il suo onesto lavoro. Domenica scorsa si è meritato a Vasto la palma di salvatore della patria per una doppia parata su calcio di rigore a pochi minuti dalla fine, proprio nel giorno della trasferta che faceva seguito a quella in cui aveva commesso l’unica incertezza del suo ottimo campionato. I grandi portieri si vedono in queste circostanze, quando sanno riscattarsi dopo una indecisione che nell’arco di una stagione è più che giustificata. Oggi sarà nuovamente al Ferrante, a provare e riprovare gli insegnamenti di Romagnini, nella speranza che non si veda più davanti qualcuno che a tempo scaduto tenti di batterlo dagli undici metri.
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