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IL VESCOVO CIRULLI ORDINA: NIENTE PADRINI AI BATTESIMI, MA C’È GIÀ CHI LI CELEBRA IN TEMPI PROIBITI DALLA CHIESA

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Emiddio Bianchi. Sta suscitando un vespaio di polemiche la decisione del vescovo delle diocesi di Alife-Caiazzo, Teano-Calvi e Sessa Aurunca, Giacomo Cirulli, a riguardo della sua decisione di vietare, insieme alla diocesi di Palermo, tra l’altro le sole su tutto il territorio nazionale, la presenza dei padrini e delle madrine alle cerimonie religiose dei battesimi e delle cresime. Questo, a partire dal prossimo 28 di maggio,  per coloro che già hanno programmato i riti religiosi, mentre per gli altri sarà esecutivo dal giorno di Pasqua. Per Cirulli era necessario questo esperimento della durata di tre anni perché, a suo dire, nell’odierno contesto socio-ecclesiale, l’ufficio dei padrini e delle madrine ha perso il suo valore originale in quanto queste figure sarebbero presenti solo a quella celebrazione, per poi svanire nel corso della vita. A molti, però, è parso che si sia voluto fare di tutta l’erba un fascio e che il vescovo abbia preso una decisione ingiusta, perché non tutti i padrini e le madrine dimenticano, presa in maniera unilaterale e non suffragata da altre decisioni dello stesso tipo da parte dei responsabili delle altre diocesi. Basta vedere come la pensano i vescovi delle diocesi vicine di casa, dove, a pochissimi chilometri di distanza, chi vorrà aggirare l’ostacolo potrà tranquillamente battezzare i propri figli, con tanto di padrini o madrine. Un esempio? Un bambino di Piedimonte Matese a Gioia Sannitica, magari nella frazione di Calvisi, ancora più vicina. Qui, oltretutto, potranno recarsi anche quei genitori o padrini a cui una mentalità religiosa distante anni luce, nega ancora i sacramenti, solo perché persone conviventi e non con l’anello al dito, manco fossero figli del diavolo. Fatta la legge, comunque, ecco  il rimedio, perché già sono in tanti quelli che hanno trovato il sistema di battezzare i propri figli, non solo pensando alla emigrazione futura in altre diocesi, ma persino nelle diocesi del vescovo Cirulli. Basterebbe guardare le foto di genitori e padrini festanti, postate sui social, che dopo aver saputo della entrata in vigore del divieto, si sono precipitati a far battezzare i propri figli nel periodo di Quaresima, assolutamente vietato dalla Chiesa cattolica, eccezion fatta nel caso di imminente pericolo di vita dei battesimandi. Fortunatamente, i bambini che abbiamo visto su Facebook sembrano godere tutti una ottima salute, non sono moribondi e non sappiamo come i parroci abbiano potuto far celebrare le cerimonie religiose. Lo stesso vescovo, che ovviamente era ignaro della cosa, dopo esserne venuto a conoscenza, sta verificando se siano state violate precise disposizioni ecclesiastiche, prima di poter prendere eventuali provvedimenti. Il prossimo 20 di marzo sarà ufficialmente promulgata la disposizione del vescovo Cirulli, quindi ci sono ancora una decina di giorni di tempo prima di mettere nero su bianco su di un divieto che appare palesemente sbagliato agli occhi della gran parte della opinione pubblica. D’altronde, solo chi non sbaglia non è di questo mondo.

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Vice Direttore di Casertasera.it. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche e condotto, per molti anni, trasmissioni radio e tv.

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