AREE INTERNE, IL SILENZIO E’ COMPLICITA’
*ANGELO MILO|Nel giugno del 2020 l’allora Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, emanò il Decreto 6277/2020 che introdusse una nuova metodologia per la identificazione delle aree soggette a vincoli naturali significativi (svantaggiate) diverse dalle aree montane.
“In particolare tale metodologia che fa riferimento ad alcuni indicatori provenienti da fonti statistiche nazionali ha determinato l’esclusione di quelle aree in cui lo svantaggio naturale, evidenziato dai parametri biofisici, sia stato superato grazie ad investimenti economici o il cui tipo di attività economica intrapresa, con l’adozione di sistemi di produzione in grado di compensare le perdite di reddito e i costi aggiuntivi derivanti dal vincolo all’esercizio dell’attività agricola, abbia consentito il raggiungimento di una produttività agricola superiore alla media nazionale o regionale”. In Regione Campania l’applicazione di tale metodologia ha interessato ben 90 comuni per una superficie agricola pari a 90.585 Ha e in Provincia di Caserta ciò ha comportato che alcuni comuni come Conca della Campania,Galluccio,Mignano Monte Lungo,Tora e Piccilli e Rocca D’Evandro, siano stati esclusi dalle aree svantaggiate regionali, paradossalmente per far posto a nuovi comuni situati in una posizione oggettivamente migliore e priva di svantaggi planoaltimetrici e/o geopedologici come Grazzanise, San Prisco, Falciano del Massico, Mondragone e Cancello ed Arnone che sicuramente hanno meno svantaggi rispetto ai comuni esclusi. Tutto ciò ha comportato un forte impatto economico per le imprese agricole ricadenti nei territori dei comuni esclusi non potendo più beneficiare di una serie di aiuti compensativi previsti per le aree svantaggiate tra cui la perdita dell’indennità compensativa, la fiscalizzazione degli oneri sociali per l’assunzione dei lavoratori agricoli, la penalizzazione nell’attribuzione del punteggio nei criteri di selezione delle misure strutturali del CSR Campania. Stante la palese illegittimità della esclusione, la Comunità Montana “Monte S. Croce”, i Comuni e le aziende agricole ricadenti nel suo territorio, hanno proposto ricorso alla magistratura amministrativa richiedendo l’accertamento della sussistenza dei requisiti necessari per il riconoscimento dello svantaggio (anche nella forma parziale), nonché una nuova istruttoria anche tramite verifica o Consulenza tecnica d’Ufficio.Non vi è dubbio che l’ingiusta esclusione delle suddette zone svantaggiate dall’elenco di quelle beneficiarie delle agevolazioni di cui in particolare quella della misura compensativa per le aree svantaggiate, comporterà la progressiva chiusura di molte aziende incidendo sulla stessa sopravvivenza dell’attività agricola, con conseguente diminuzione della cura del territorio, sino ad un lento ma inesorabile spopolamento di tali aree.
La nostra Associazione Matese in Movimento, sempre attenta a ciò che avviene nelle aree interne della provincia di Caserta, ritorna sulla questione,ritenendo che non siano intervenuti nel corso degli ultimi anni fatti così rilevanti da modificare la natura di svantaggio di tali Aree,con particolare riferimento a quelle ricomprese nei territori dei comuni esclusi,invitando gli Enti preposti (in primis la Regione Campania che nella programmazione 2014/2020 in uno studio a supporto,classificava i comuni esclusi “con problemi complessivi di sviluppo” a verificare se l’impostazione metodologica utilizzata sia tecnicamente corrispondente alla realtà (visto il riferimento a fonti meramente statistiche non supportate in loco), attivando tavoli tecnici regionali ai quali ridiscutere e riaccertare la sussistenza attuale degli svantaggi.
* PRESIDENTE ASSOCIAZIONE MATESE IN MOVIMENTO
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