ALIFE, ECCO I PRIMI PIANI REGOLATORI DELLA PROVINCIA DI CASERTA
Alife. Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa. Uno dei primi piani regolatori della provincia di Caserta fu quello del Comune di Alife nel 1976, purtroppo questo è stato l’unico atto meritorio, poiché tutte le Amministrazioni che si sono succedute non hanno dato corso ai Piani Attuativi ,cioè quei Piani di lottizzazione che permettono le costruzioni residenziali. In particolare il Piano di recupero del centro storico, ( mai varato e più volte pagato) è aggravato da un controllo vincolante della Soprintendenza BB.AA.CC. che obbliga la redazione di un pre -progetto, dilatando i tempi di attuazione o addirittura inibire gli interventi stessi ( art. 14 del PRGC ). In queste condizioni, l’attività di edilizia residenziale, non trovando sbocco nelle zone a ciò destinate ( zone A e C ) si è concentrata nelle zone agricole ( zone E ) dove è consentito l’intervento diretto permettendo a tutti e ovunque di costruire case “rurali “ per la conduzione dei fondi agricoli, inoltre nelle zone agricole, con una fantasia urbanistica ( la famigerata delibera 7 ) si consente a chiunque e dovunque di costruire con indici urbanistici da record: residence , alberghi, attività commerciali, depositi di macchine agricole ecc. ecc. Con queste premesse il PRGC, concepito per poco più di 10.000 persone, è stato stravolto tanto è vero che l’attuale carico urbanistico del Comune può soddisfare l’esigenze di molti più abitanti e ciò è testimoniato da numerose case vuote e/o invendute e da costruzioni lasciate incomplete. Occasione per una revisione del PRGC è offerto dall’approvazione del Piano Urbanistico Comunale ( PUC ) che giace da anni nei cassetti tenendo conto che è necessario :
– annullare l’ art.14 del Regolamento , perchè ridondante rispetto al Piano Paesaggistico del
Matese;
– emendare la delibera 7;
– in zona agricola autorizzare solo la parte residenziale dello 0.3 per nucleo familiare su terreno di
proprietà e non replicabile ( non è giustificabile che alla stessa persona siano date più
concessioni o per più unità immobiliari );
– favorire gli abbattimenti e le ricostruzioni per limitare il consumo di suolo e bonificare il
paesaggio urbano da edifici fantasma e degradati che deturpano il paesaggio;
– dotare la zona industriale di infrastrutture primarie ( strade, acquedotti, fognature, depuratori
ecc.) e successivamente procedere alla costituzione di lotti funzionali pronti all’uso.
Nel centro storico conservare è necessario per la memoria, ma per evitare l’abbandono e il
successivo degrado è necessario rigenerare il tessuto urbanistico, (con gli standard abitativi
attuali ), per ricostituire la società come comunità.
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