2 LUGLIO SANTA MONEGONDA
Redazione. Monegonda è originaria di Chartres. È sposata e madre di due figli che muoiono prematuramente. Inconsolabile nella società, ma timorosa che il suo dolore inconsolabile sia un’offesa a Dio, rifiuta i suoi abiti di lutto e si fa costruire una celletta nella quale si ritira in preghiera e digiuno. Il suo solo nutrimento è costituito da un pane d’orzo e da una miscela di ceneri che essa stessa brucia.
Un miracolo certifica rapidamente questo cambiamento. La serva (presso Gregorio di Tours tutti i santi di buon lignaggio, anche se rinunciano a tutto, conservano almeno uno schiavo o un servitore) la abbandona, stanca delle sue privazioni. Sprovvista d’acqua per impastare il suo pane, Monegonda si affida a Dio e, a seguito delle sue preghiere, si mette a nevicare ed ella può raccogliere la neve sul davanzale.
Ma è un altro miracolo che deciderà del suo destino. Mentre passeggia nel giardino che si trova accanto alla celletta, una vicina, che mentre metteva del frumento ad essiccare sul tetto della casa la guardava con curiosità indiscreta, divenne improvvisamente cieca. Monegonda è disperata: “Povera me, se per una piccola offesa fatta alla mia nullità, le persone vengono accecate!” Si mette a pregare e poi, toccando la donna e facendo il segno della croce, le rende la vista.
L’evento fa scalpore. Ella si chiude nella sua abitazione rifiutandosi di intercedere per un sordo che le hanno portato e che viene comunque guarito. Osannata dai suoi vicini, timorosa di soccombere alla vanità, abbandona casa, marito e famiglia e si porta a Tours, presso la tomba di San Martino.
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