CALDO E CARDIOPATICI, COSA FARE: DUE AUTOREVOLI ESPERTI CI DANNO I CONSIGLI PER UNA ESTATE IN SICUREZZA
Lorenzo Applauso|La vera tempesta di caldo che sta investendo il nostro Paese e non solo, ci fa pensare quasi subito ai cardiopatici, alle persone piu’ fragili e ai danni che il caldo puo’ provocare. Noi, ci siamo fatto spiegare dal cardiologo cosa succede o che puo’ succedere nell’organismo e come evitare complicazioni al fine di trascorrere un’estate in sicurezza. Lo abbiamo chiesto a due autorevoli esperti che sono la dott.ssa Valentina Mantovani, cardiologa dell’unità di Cardiologia Clinica dell’IRCCS Policlinico San Donato Milanese, che spiega perché questo avviene e come è opportuno comportarsi. Poi, quale dieta adottare, lo abbiamo chiesto invece allo scienziato già Dirigente di ricerca del CNR (Consiglio Nazionale di Ricerca) il prof Antonio Malorni.
– Quando il caldo diventa pericoloso per un cardiopatico in particolare?
*“Il caldo afoso dei mesi estivi –spiega la cardiologa Valentina Mantovani – può essere fastidioso per molti, ma addirittura pericoloso per chi soffre di problemi cardiovascolari. Gli effetti delle alte temperature, infatti, possono minacciare l’equilibrio cardiovascolare di coloro che seguono una terapia farmacologica per trattare l’ipertensione o sono affetti da una cardiopatia ischemica”.
- Quali sono gli effetti del caldo sul sistema cardiovascolare?
“Il caldo produce degli adattamenti sul sistema cardiovascolare, normalmente ben tollerati da persone giovani e in salute. Questi adattamenti consistono sostanzialmente in: vasodilatazione periferica (l’aumento del calibro dei vasi sanguigni) accompagnata a volte da un abbassamento della pressione arteriosa; aumento della frequenza cardiaca, in risposta al calo pressorio.
Fatta eccezione per alcune reazioni peculiari, come i colpi di calore, si tratta di assestamenti naturali del corpo. Nei pazienti cardiopatici, però, questi adattamenti del sistema cardiovascolare possono rendere instabile il quadro di compenso”.
- Quando si abbassa la pressione?
“Molti pazienti cardiopatici – spiega la dottoressa- assumono una terapia farmacologica che ha come effetto anche l’abbassamento di pressione. L’effetto del caldo può rendere più forte il calo della pressione arteriosa e quindi i pazienti possono lamentare: astenia (stanchezza, debolezza); episodi più gravi come la sincope, ovvero l’improvvisa e rapida perdita di conoscenza. In questo caso, il medico curante o il cardiologo potrebbe dover rimodulare la terapia farmacologica normalmente assunta”.
- Dottoressa c’è anche una perdita di magnesio e potassio ?
“Nei casi di cardiopatia ischemica e angina (il dolore acuto a livello del torace, irradiato talvolta al braccio), il pericolo è collegato principalmente al freddo, che porta a un incremento degli episodi. Il caldo non è direttamente collegato all’evento, ma il rischio è rappresentato dalla sudorazione eccessiva indotta dal caldo. Questo porta la perdita di liquidi e di sali minerali, come l’abbassamento dei livelli di potassio o magnesio, che può facilitare la comparsa di aritmie in pazienti che sono già predisposti a questo tipo di problematiche. Un fenomeno che avviene soprattutto nei pazienti affetti da cardiopatia ischemica e, in forma più severa, in quelli affetti da diabete. Inoltre, c’è da sottolineare il fatto che questa perdita eccessiva di liquidi spesso non viene reintegrata con un giusto apporto di acqua: caso che coinvolge soprattutto gli anziani che avvertono poco lo stimolo della sete”.
*Dott.ssa Valentina Mantovani, cardiologa dell’unità di Cardiologia Clinica dell’IRCCS Policlinico San Donato Milanese.
MA COSA MANGIARE, QUALE LA DIETA CONSIGLIATA? IL PROFESSOR ANTONIO MALORNI CI SPIEGA QUALE
*Ippocrate, padre della medicina, affermava: “Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”. Naturalmente questa massima, confermata dalla scienza moderna, ci risulta sempre un po’ sconveniente perché seguirla vuol dire mettere in discussione la nostra routine e stravolgere le nostre abitudini, quasi sempre sbagliate, soprattutto in periodi estremi di caldo, come in questi giorni.
Un’altra indicazione, anche questa più ignorata della prima, è quella di Paracelso che ci ammonisce che: “Tutto è veleno, e nulla esiste senza veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto” e oggi dobbiamo considerare come veleno anche gli alimenti che portiamo alla bocca quando superano la dose che di cui abbiamo bisogno. Questa dose per i cibi non è fissa ma cambia con le stagioni: d’inverno con il freddo è più alta, perché occorrono di un po’ più di calorie per proteggerci dal freddo e, di conseguenza, in estate è più bassa.
Tenendo a mente questi due caposaldi per il nostro benessere, i consigli per una alimentazione adeguata al caldo eccezionale, come quello di questi giorni, sono molto semplici e potremmo condensarli in un decalogo, i dieci consigli per stare meglio. Eccoli, senza troppe spiegazioni, che sarebbero anche banali in diversi casi:
1) bere almeno 5-6 bicchieri di acqua naturale (cioè di rubinetto o simile – residuo fisso intorno a 350-500 mg/litro) al giorno per compensare l’aumento della sudorazione e della traspirazione. I bambini dovrebbero bere anche di più e gli anziani devono sforzarsi di bere, anche se non hanno sete. Evitare o moderare le bevande zuccherate e gasate, birra, vino e bevande alcoliche in generale;
2) rispettare l’orario dei pasti, ripartendo il fabbisogno giornaliero in quattro assunzioni (colazione, pranzo, spuntino pomeridiano e cena), cioè “mangiare poco e spesso”;
3) anche se i costi sono aumentati non lesinare sul consumo di frutta e verdura di stagione e non dimenticare di assumere quotidianamente uno yogurt naturale (senza aggiunte – la frutta fresca si può aggiungere in casa) o, possibilmente, una razione di kefir, i cui effetti benefici sono stati rafforzati dalle ricerche scientifiche degli ultimi anni, che hanno messo in evidenza il ruolo fortemente positivo sulla salute dei kefirani, una classe di polisaccaridi biologicamente attivi, presenti solo nel kefir;
4) consumare piatti colorati, perché il colore è dato da sostanze benefiche (vitamine, polifenoli, ecc) e cibi freschi, facilmente digeribili e ricchi in acqua;
5) moderare il consumo di piatti elaborati e ricchi di grassi e preferire piatti che richiedono una cottura breve, in grado di mantenere il più inalterato possibile l’apporto di minerali e vitamine;
6) diminuire la quantità di sale aggiunto durante la preparazione, preferendo sale iodato, e condire con olio d’oliva EVO a crudo;
7) completare il pasto con la frutta, regola da seguire specie se si consuma il pranzo “al sacco”;
8) abolire o non esagerare con gli spuntini salati o zuccherati; un piccolo gelato può essere di tanto in tanto un buon spuntino pomeridiano;
9) con il caldo rispettare maggiormente le modalità di conservazione degli alimenti, ricordando che i cibi conservati a lungo in frigorifero rischiano un peggioramento nutrizionale e/o una contaminazione da microrganismi;
10) infine, per i vacanzieri, durante i soggiorni in albergo o in viaggio, evitare pasti completi con primo, secondo, contorno e dessert. Organizzarsi la vacanza seguendo gli altri nove punti precedenti di questo decalogo.
*Prof . Antonio Malorni già dirigente di ricerca del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche).
Rispondi