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RUBRICHE- IL BREVE DIALOGO TRA PIETRO E GESÙ SPIEGATO DA DON ANTONIO

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Carissimi lettori, il brano evangelico di oggi ci propone un breve dialogo tra Pietro e Gesù. Pietro, impulsivo come sempre, è del parere che la pazienza deve avere un limite e lo vuole precisare con la domanda:”Quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me, fino a sette volte? Gli sembra già di aver esagerato con quel sette volte e si attende una risposta che concilia le esigenze della carità con quelle della giustizia. Ma Gesù lo lascia di stucco, rispondendo:”Fino a settanta volte sette, che era un modo tipicamente locale per dire sempre. Pietro ci resta male e non apre più bocca. Lui era un tipo che andava per le spicce. Sappiamo che al momento dell’arresto di Gesù ha con sé una spada e appena mettono le mani addosso al Maestro, egli taglia un orecchio al servo del sommo sacerdote. Anche il suo è un gesto d’amore. Ma non nel senso inteso da Gesù. Pietro rappresenta la stragrande maggioranza dell’ umanità e anche di una certa cristianità anagrafica, superficiale e di facciata. Non cattiva, per carità, ma che ragiona con la logica normale che non è quella del Vangelo. Tutti col Battesimo siamo disposti a condividere sulla carta il precetto del perdono, ma quando però dobbiamo praticarlo cambia tutto, perché non ci rendiamo conto che i beni materiali prima o poi dobbiamo lasciarli e certamente non li porteremo con noi nell’ aldilà. E perché non ci rendiamo conto che il nostro tesoro è costituito unicamente dalla carità, dall’ amore e della capacità del perdono. Per scardinare il muto risentimento di Pietro, Gesù scende al pratico, per farci capire che cosa sia davvero il regno di cui parla. Il re scopre un buco di diecimila talenti equivalenti a una decina di milioni di Euro e forse più, nei conti di un servitore disonesto, che subito viene condannato e siccome non ha i soldi per pagare viene messo in vendita lui, la sua famiglia e la casa. Ma questo servitore conosce il debole del suo re e per questo si butta in ginocchio e con un’abile sceneggiata commuove il sovrano che gli condona il debito. Ma si rivela per quello che è, appena incontra un tale che gli doveva cento denari, facciamo 5 Euro, quasi lo strozza perché non può pagare e lo fa mettere in prigione. Ma il re appena viene a conoscenza lo castiga duramente. La conclusione è perentoria, così farà a ciascuno di noi se non perdoniamo di cuore. Come veri discepoli di Gesù, siamo chiamati ad amare, a perdonare di cuore e a mostrare misericordia, cioè bontà in azione che rende più vicina la realizzazione del Regno di Dio. Buona e Santa Domenica! Don Antonio
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