PIEDIMONTE MATESE, PARLA IL SOPRAVVISSUTO ITALIANO DELLA STRAGE DELLA TELESINA. I NOMI DELLE QUATTRO VITTIME
Emiddio Bianchi. Piedimonte Matese. “Era gia’ notte. Stavo tornando tranquillamente a casa, quando ho visto dei fari che mi venivano addosso e ho cercato di spostarmi il più possibile a destra. L’ultima cosa che ricordo prima dell’incidente, sono le quattro ruote di una macchina che mi veniva addosso, in posizione verticale. Il resto l’ho appreso dopo, quando mi sono risvegliato da persona miracolata”. Dal suo letto dell’ospedale di Piedimonte Matese, il signor Antonio, residente a Montemiletto, in provincia di Avellino, ci racconta di quei drammatici istanti in cui ha rischiato seriamente di morire. È in gravi condizioni, ma non in pericolo di vita, per le molteplici fratture per il corpo che ha subito nel violentissimo schianto sulla superstrada telesina. Lui, vittima innocente ma miracolosamente viva, di una folle corsa di cinque serbi, quattro dei quali avrebbero perso la vita, che stavano tentando di seminare una pattuglia della polizia che li aveva intercettati dopo una loro scorribanda malavitosa per le strade del Sannio. Intanto, grazie alla ricostruzione fatta con le impronte digitali, si è risaliti ai loro nominativi. Erano tutti di nazionalità della Serbia, non rumeni, quindi, come si era detto in un primo momento: Gianni Milenkovic, 18 anni, Susanna Milenkovic, 37, Riki Aleksic, 48, e Dean Jovanovic, 48. L’uomo ricoverato in prognosi riservata presso l’ospedale Rummo di Benevento è il 38enne Vito Milenkovic. Sembra che non sia in pericolo di vita e che potrebbe raccontare agli inquirenti, quando sarà in condizioni di farlo, di quei drammatici momenti. Erano tutti residenti nel campo nomadi di Secondigliano.
Chiusura dei campi nomadi e tutti fuori dalle balle.