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PSICHIATRIA – LE FOBIE : I MILLE RIVOLI DELLA PAURA

 

FOBIA|Antonio Cantelmo *|Le fobie sono paure esagerate di oggetti specifici o di situazioni particolari. Allo stato attuale ne sono state classificate circa 400 , ma la lista potrebbe allungarsi all’infinito. I soggetti “fobici” possono essere affetti da fobie comuni : paura esagerata di cose o di eventi che la maggioranza teme , come la morte (necrofobia), oppure da fobie specifiche: paura di cose che in sé stesse non dovrebbero generare timori , come gli spazi aperti (agorafobia) o spazi chiusi – ascensori (claustrofobia), ma che incutono timore poiché il soggetto che le vive è vittima di timori innescati da una errata condotta. In tal modo la propria ansia viene proiettata su eventi esteriori temuti e quindi da evitare. In ogni caso, svariate fobie non sono neppure “ esteriorizzate “ e si finisce per accettarle come tali. Le ultime statistiche ci dicono che circa i 3/4 dei pazienti che ne soffrono appartengono al “gentil sesso” , ma non ne spiegano i motivi e le cause ; c’è silenzio quasi assoluto anche sulla fascia di età interessata , si sa solo che i più colpiti vanno tra i 25 e i 50 anni . Tra alcune ragioni che, senza ombra alcuna , le innescano ricordiamo : la perdita di una persona cara , le esperienze traumatiche che provocano uno shock emozionale , la emulazione dei genitori che inconsapevolmente possono trasmettere i loro conflitti umani . Purtroppo si corre il rischio che crescendo si possono trasferire le proprie paure dalla causa originaria ad altre situazioni fobiche . Semplificando ciò che molti luminari della psichiatria già hanno definito come una “selva oscura di conflitti umani” , le fobie possono essere suddivise essenzialmente in tre gruppi: semplici , sociali e degli spazi aperti. Le fobie semplici sono quelle che si relazionano a situazioni o oggetti specifici , come la paura dell’ acqua (acqua fobia-idrofobia) , la paura dei cani (cinofobia) o degli spazi chiusi (claustrofobia); quest’ ultima è molto diffusa. L’uomo “comune” troverà fuori dal normale ed assurdo avere questo tipo di problemi , ma occorre un cuore compassionevole per cercare di capire chi è stretto in questa morsa . Le fobie sociali sono invece quelle che si provano in pubblico , anche quando questo è costituito da una sola persona . E’ questo il problema di quanti provano paura nell’ andare ad una festa , nel parlare in pubblico, nel firmare davanti ad altri temendo che la mano possa tremare. Infine, va ricordata la paura degli spazi aperti (agorafobia) , che è la più difficile da decifrare e capire. Alla lettera la parola significa “paura della piazza” e svariati esperti affermano che trattasi della paura di quanto la piazza rappresenti: folla e perdita della padronanza o della sicurezza che di solito si prova in un habitat ristretto. E’ la paura della paura ( fobofobia ), il panico di chi arriva ad evitare qualsiasi movimento e ad uscire di casa per timore della folla. Spesso viene anche indicata come un problema genetico o alimentare: la caffeina può generare paura, nervosismo, ansia, palpitazione , tremore, nausea . Altre volte è indicata come una malattia fisica , un disturbo del SNC (sistema nervoso centrale). Infatti ultimamente è stato scoperto che iniettando lattato di sodio E325 (additivo alimentare antiossidante) si provocano crisi di panico ; si potrebbe affermare che ogni fobico abbisogna di una terapia diversa : molto dipende dalla causa scatenante e dalle caratteristiche del soggetto . In alcune reazioni si ricorre alla TEC (terapia elettroconvulsivante o elettroshock = karma-azione elettrico): si fa attraversare il cervello da una debole corrente elettrica capace di generare una modesta crisi convulsiva, ma per gli effetti conseguenti al suo uso , come la perdita di memoria , in alcuni paesi è vietata o fortemente limitata (in Italia è ancora “lecita”). Alcuni pazienti trovano sollievo con la medicina alternativa, quali rimedi naturali, omeopatia…etc . Non sempre la terapia farmacologica risulta essere utile, poiché il numero di quanti possono ricorrervi si riduce al 60-70% a causa degli effetti collaterali possibili: sintomi di panico non ben definito , visione offuscata, insonnia; comunque non è possibile utilizzare tali farmaci per periodi di tempo prolungati. in altri casi viene praticata l’ ipnosi, ma alcuni esperti non concordano sul suo utilizzo, ritenendo che sia più importante coinvolgere la volontà del paziente per raggiungere risultati efficaci e durevoli . Sicuramente il fobico deve imparare ad aiutarsi : rilassare il fisico può ridurre la tensione emotiva , come pure riuscire a controllare gli atti respiratori concentrandosi sul presente , evitando cosi di pensare a quanto genera apprensione. Senza dubbio alcuno l’ aiuto esterno è essenziale , almeno per capirsi e imparare a superare le proprie fobie : è questa la tecnica della desensibilizzazione. Bisogna saper osare e spiegare che la paura in sé non può nuocere e che va invece affrontata e sconfitta.

“ Quello che si vede non esiste , quello che non si vede è la verità” ( Dario Argento)

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Dott. Antonio Cantelmo: Medico–Chirurgo, Specialista in Psicologia Clinica e Psichiatria, Dirigente Medico U.O.C. di Medicina Generale e Pronto Soccorso ASL Caserta, Socio Consigliere della Società Italiana di Psichiatria – Pratella (CE ) . 0823/783600 – 330/659140 –antonio.cantelmo@libero.it 

 

 

 

 

 

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Iscritto all'ordine nazionale dei giornalisti, già direttore e fondatore della testata giornalistica italianews24.net e attualmente alla direzione di Casertasera.it. Collaboratore di numerose testate nazionali e locali.

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