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LE DISLOCAZIONI A DESTRA E A SINISTRA, COSA SONO

Torna il consueto appuntamento con Gramm@ticamente. Quest’oggi ci dedicheremo all’ordine delle parole e delle cosiddette dislocazioni, una parte molto amplia della grammatica italiana, pertanto procederemo per gradi attraverso semplici nozioni base per la comprensione dell’argomento.
Nel latino classico, le parole potevano essere disposte liberamente; all’interno della frase, infatti, le desinenze esprimevano i casi (nominativo, accusativo, ecc.) stabilendo l’elemento che svolgeva la funzione di soggetto, complemento, ecc. Tuttavia, con la perdita dei casi, nel latino volgare, la posizione delle parole andò acquisendo un ruolo fondamentale per la distinzione del soggetto dal complemento, giungendo al modello SVO (soggetto-verbo-complemento), modello tipico delle lingue romanze; tuttavia, ricordiamo che l’italiano conserva una certa libertà nell’ordine delle parole pertanto, le frasi che presentano una sequenza diversa dal tradizionale SVO sono dette infatti frasi marcate. Capita, spesso, di anteporre il complemento oggetto al predicato verbale  (es. Io una cosa ho comprato) “Andando così a staccare il complemento iniziale dal resto della frase con una pausa e a riprenderlo con un pronome clitico con funzione anaforica. In questo caso si parla di dislocazione a sinistra” evidenzia il linguista Paolo D’Achille (es. Di questo, ne abbiamo già discusso).
Parliamo invece di dislocazione a destra – usato prevalentemente nel parlato – quando il complemento viene “emarginato” alla fine della frase  e anticipato tramite clitico (Lo vuoi un panino?Ce l’hai l’ombrello?, ecc.).
L’uso delle dislocazioni è attestato fin dall’antichità, un classico esempio di ripresa pronominale dell’oggetto anticipato è il placito capuano del 960 “Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti” ma, ricorda D’Achille, dal Cinquecento in poi le grammatiche italiane hanno cercato di limitare il suddetto costrutto, definendolo pleonasmo, una ridondanza superflua usata con valore di rafforzativo.
Tuttavia oggi, nell’italiano parlato, le dislocazioni sono ampiamente usate in genere per dare una particolare intonazione al complemento oggetto, per es. “IL PANE, l’ho comprato”.
A presto con un nuovo argomento!

About Valentina Monte (854 Articles)
Giornalista Pubblicista iscritta all' Ordine dei Giornalisti della Campania

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