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L’USO DEL CI “ATTUALIZZANTE”

Torna il consueto appuntamento con Gr@mmaticamente.
Forme del tipo “C’ho caldo” predominano ormai nel nostro registro linguistico. Questa forma, oggi, svolge la funzione di <<attualizzante>> con essere e avere “C’è Maria?”, in questo caso, essere svolge la funzione di copula; nel caso di esserci, infatti, particolari sono le espressioni di uso comune quali “Ci sei?”. Si parla, in questo caso, di ci attualizzante, un fenomeno che i linguisti attribuiscono al ci accompagnato da un verbo non ausiliare; nello specifico, quel ci diventa un avverbio di luogo desemantizzato “svuotato dell’originario significato locativo ma che, combinandosi con avere o essere, intensifica il senso di ciò che si vuole comunicare” come sottolinea l’Accademia della Crusca.
Il ci <<attualizzante>> è frequente anche con i verbi sentire e vedere, es. “Ci senti?”, “Ci vedi?” e con la forma di volerci nel senso di essere necessario “Ora ci vorrebbe un buon caffè”, ecc.
La denominazione attualizzante fu introdotta nella linguistica italiana da Francesco Sabatini, il quale inquadra il suddetto fenomeno mediante le sue variazioni regionali, fenomeno avente radici nel sistema dialettale italiano e giunto, oggi, al parlato italiano di tipo familiare. Fenomeno, tuttavia, presente anche nei testi di autori quali Goldoni, Verga.
A presto con un nuovo appuntamento!

About Valentina Monte (854 Articles)
Giornalista Pubblicista iscritta all' Ordine dei Giornalisti della Campania

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