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PSICHIATRIA- LA SINDROME DI GERUSALEMME: QUANDO LA PREGHIERA DIVENTA “COMPULSIONE”

 ANTONIO CANTELMO *|La sindrome in medicina consiste nell’insieme di sintomi e/o segni clinici legati a cause diverse. Ai non medici, però, il termine ricorda soprattutto film di successo come << La Sindrome di Stendhal>> del regista Dario Argento, situata tra psichiatria e misticismo. Ne è stato vittima lo stesso scrittore che uscendo dalla chiesa di Santa Croce in Firenze, cosi si descrive. <<Ebbi un battito del cuore, la vita era per me inaridita, camminavo temendo di cadere>>. Di fatto, si tratta di un’eccitazione caotica percepita a volte come un’estraniarsi dal corpo di fronte ad una sublime opera d’arte. La sindrome di Gerusalemme (o sindrome da preghiera compulsiva), è invece motivata non da bellezze artistiche, ma si manifesta in turisti che visitano Gerusalemme, città emozionante per la storia e per l’atmosfera che vi si respira. La sindrome affiora in soggetti con disturbi psicotici saltuariamente presenti anche prima dell’arrivo a Gerusalemme, e dunque già permeati da un’abnorme quota mistica, che in quella città “sentono” sentono di essere alla vigilia di un evento religioso straordinario (il ritorno sulla terra di Gesù, ad esempio) o credono di essere loro stessi il Messia. Altre volte la sindrome può pure colpire soggetti senza precedenti psicotici, nei quali i disturbi emergono improvvisi solo dopo l’arrivo in Terra Santa. Anche nella sindrome di Gerusalemme, più ancora che in quella di Stendhal, la reazione è molto varia. Certi soggetti manifestano un desiderio incontrollabile di vivere in solitudine la loro esperienza in quella città, allontanandosi da chi li accompagna, altri anelano a purificarsi vestendosi di bianco e osservando un’igiene fisica maniacale., altri ancora declamano salmi, preghiere o cantano inni sacri. C’è chi insiste in sermoni a contenuto moralistico,  improvvisati per lo più durante le visite ai siti sacri. La sindrome di Gerusalemme non è rarissima: tra il 1980 a tutt’oggi al Kfar Shaul Mental Centre (Ospedale Psichiatrico situato a ovest di Gerusalemme) sono stati avviati circa 6000 soggetti con i suddetti disturbi, di cui 2000 circa necessitanti di cure psichiatriche  ed è plausibile,  con l’aumento del turismo in Terra Santa, che questa <<intossicazione da Città Sacra>>, aumenti ulteriormente. I soggetti che ritornano in sé dopo la degenza, o spontaneamente, interpretano quanto è loro successo come una misteriosa allucinazione. Intervistati dopo il ritorno in patria, coloro che ne hanno sofferto (ebrei 65%, cattolici e protestanti 30%, religione non registrata 5%) rispondono comunque malvolentieri.  Un fenomeno comunque sconcertante di cui gli psichiatri faticano e non poco ad occuparsi con metodologia corretta, evitando di essere viziati da condizionamenti religiosi. “In effetti bisogna essere pronti un po’ su tutto. Quando non ci riesce la psichiatra a risolvere il problema, ci si fa aiutare dai Rabbini”. E se nemmeno questo è sufficiente ? In tutte le cliniche psichiatriche del mondo, se il caso si fa disperato, il rimedio resta sempre e comunque lo stesso…continuare a pregare.

Dott. Antonio Cantelmo: Medico-Chirurgo, Specialista in Psicologia Clinica e Psichiatria, Dirigente Medico ASL Caserta, Socio della Società Italiana di Psichiatria – Pratella (CE) -0823/783600 – 330/659140 – antonio.cantelmo@libero.it

 

 

 

 

About Lorenzo Applauso (2836 Articles)
Iscritto all'ordine nazionale dei giornalisti, già direttore e fondatore della testata giornalistica italianews24.net e attualmente alla direzione di Casertasera.it. Collaboratore di numerose testate nazionali e locali.

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