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PIEDIMONTE MATESE, È DEL ’52 E FA 5MILA CHILOMETRI L’ANNO LA TOPOLINO GIARDINETTA DI PASQUALE VENDITTI

Emiddio Bianchi. Piedimonte Matese. “È targata Isernia perché quando i miei la comprarono abitavamo a Capriati”. Pasquale Venditti se la coccola la sua “creatura”. “Era il 1952, 66 anni fa, e io ne avevo appena cinque. Quella Topolino Giardinetta sarebbe diventata la macchina della mia vita”. È  forse l’auto regolarmente funzionante più antica di Piedimonte. Non ha un graffio, lucida come un gioiello e con una partenza al primo colpo da fare invidia alle fuoriserie più  moderne. Ogni giorno la si vede in giro per la città, “ma ci vado anche nei paesi vicini”, ci dice orgoglioso il proprietario. “Ci faccio dai quattro ai cinquemila chilometri l’anno”. Anche dal punto di vista meccanico, l’antenata della 500 ha un buon “medico”. Venditti, infatti, la cura personalmente, essendo un conoscitore della materia. La sua Topolino ha vinto anche diversi premi e uno in particolare gli sta a cuore: “quando mi gratificarono per il fatto che avevo dipinto di giallo una ventola di colore scuro (nella foto) che più volte, nello stesso tipo di macchina, aveva procurato incidenti alle dita dei meccanici che non si accorgevano quando girava”. Una sorta di precursore della salvaguardia dell’incolumita’ dei lavoratori….La Giardinetta, per la sua forma particolare, si adatta molto bene  per il trasporto di pacchi e altre cose ingombranti. Se li porta veramente bene i suoi quasi 70 anni!

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Vice Direttore di Casertasera.it. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche e condotto, per molti anni, trasmissioni radio e tv.

1 Comment on PIEDIMONTE MATESE, È DEL ’52 E FA 5MILA CHILOMETRI L’ANNO LA TOPOLINO GIARDINETTA DI PASQUALE VENDITTI

  1. giovanni giuseppe caracciolo // 13 Maggio 2018 a 23:09 // Rispondi

    E’ sempre piacevole ammirare la “Topo” 500 C Belvedere di Pasquale Venditti circolare nel centro abitato di Piedimonte Matese ed Alife, dove spesso la incontro, col suo conducente dotato di sorriso stampato sulle labbra per l’affetto e l’enorme soddisfazione che certamente prova nella guida di una icona storica del motorismo italiano. Derivata dalla piccola berlina Fiat 500 progettata dall’Ingegner Dante Giacosa e commercializzata nel 1936, la Topolino Familiare divenne subito l’auto degli agricoltori, dei commercianti e dei tecnici. Nell’immediato Secondo Dopoguerra per la scarsezza dei materiali apparve anche una Topolino Giardiniera Legno con le porte e le fiancate in legno (croce e delizia dei proprietari perchè soggette a facili rotture), imitando anche un pò le imponenti Station Wagon d’oltreoceano. In questo modo in Casa Fiat si unì l’utile al dilettevole. Intanto la berlina assumeva una nuova calandra americaneggiante e nel 1952 iniziò la vendita della Fiat 500 C Belvedere Familiare con porte e fiancate in metallo come quella dell’Amico Pasquale Venditti. Ricordo da bimbo molte gite felici in auto come questa di proprietà di amici dei miei genitori. Sono sempre stato affascinato dal serbatoio delle benzina posto in alto e dal tubicino di alimentazione che si infila direttamente nel carburatore che “domina” il 4 cilindri in linea di 569cc senza la presenza di una pompa della benzina, a cascata diretta. Mi divertivano un mondo quelle aperture di ventilazione poste lateralmente al lungo muso dotate di una retina a nido d’ape. Caratteristici erano il parasole “after market” in tessuto (rigorosamente colorato) che si applicava sul tetto dopo aver aperto la capote e l’ampia visiera che si montava sulla parte superiore del parabrezza di colore blu o viola. Immancabile la scritta cromata sul parabrezza col nome della moglie o della fidanzata. Ho avuto anche il piacere di guidarla, ma bisogna fare i conti col rumore dell’ingranaggio dei denti della prima marcia ed abituarsi ai rapporti estremamente ravvicinati inseriti senza rinvii direttamente dalla lunga leva che ricorda un bastone, pena grattate proverbiali: ma questo fa parte del fascino della tecnologia di una volta.
    Giovanni Caracciolo

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