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RASTRELLI, UN ESEMPIO PER NOI

A quindici giorni dalla morte  di   Antonio Rastrelli, ex presidente della Regione Campania e già sottosegretario con Silvio Berlusconi, abbiamo voluto chiedere un ricordo a chi lo conosciuto e vissuto, volutamente non subito, all’ex consigliere regionale Benedetto Lombardi . Questo perché il giorno della morte e quelli successivi erano stati in tanti a ricordarlo. Il ricordo dell’On. Benedetto Lombardi (nella foto) è particolare, profondo, soprattutto semplice per ricordare una personalità forte e determinata ma semplice nella vita di tutti i giorni.

  “Conobbi Antonio Rastrelli nei miei anni giovanili, allor quando, fresco di elezioni al Consiglio Provinciale di Caserta, mi recavo immancabilmente  a Napoli, in piazza Plebiscito o in quella della Posta Centrale, all’arrembaggio del palco da cui ci affascinava quello straordinario oratore che era Giorgio Almirante, nostra icona e riferimento di un’Italia valoriale, che non si era arresa all’ineluttabilità del destino né alla mediocrità degli uomini di quei tempi. E fu in una di quelle tante occasioni che, vedendomi arrancare e strattonare per guadagnarmi uno spazio, che un incuriosito Antonio Rastrelli, con il tratto signorile che lo contraddistingueva, mi chiese chi fossi per scalpitare tanto. Avuta una soddisfacente risposta, mi allungo  affettuosamente una mano, compiaciuto per il ruolo istituzionale che occupavo, benché ancor tanto giovane.  E fu amore a prima vista pe runa personalità che sprizzava naturalmente e senza ostentazioni una congeniale e non comune carisma, che coinvolgeva qualsivoglia sodale. E fu cosi che continuarono le mie frequentazioni nell’ambito della destra missina napoletana, che mi portarono a comprendere con più contezza il tratto umano e politico di una figura che mi diventava sempre più familiare e ammirevole. Arrivò intanto il ciclone di Tangentopoli che, con la forza di un uragano,  spazzò via la “ ancien regime” , portandoci nel ’95 alle elezioni regionali che videro eletto per la prima volta a suffragio diretto del popolo Antonio Rastrelli Governatore e molto più modestamente me a Consigliere, entrambi nelle liste di Alleanza Nazionale. Mai campagna elettorale fu per me più entusiasmante: l’orgoglio di poter rappresentare una speranza di modernizzazione sociale e di concorrere ad una  palingenesi politica che Antonio Rastrelli incarnava mi diedero una spinta straordinaria e fui premiato con un incarico prestigioso  in seno al Consiglio Regionale. Fu così che potei apprezzare e godere della grandezza dell’uomo e del politico che  ci guidava e stimolava quotidianamente: saldo nella fede, ancorato ai principi di una vita quotidianamente elevata, dotato di un’energia, che sarebbe stata straordinaria in un giovane, non conosceva ostacoli, traendo la propria intrinseca forza dalla diamantina incrollabile onestà di cui era portatore, che gli consentiva di confrontarsi con chicchessia sicuro di goderne il rispetto e la stima. Era sempre una spanna  più avanti  dei tempi. Tracciò un modello di sviluppo per la Campania all’avanguardia, anteponendo sempre la congruità e la giustizia delle azioni alla convenienza politica del momento. La ricerca del bene comune era il fine di ogni suo sforzo.  Sue le battaglie per le delocalizzazione dello stabilimento Queit lontano dalle fertili pianure nostrane a tutt’altro vocate. Puntò sulla realizzazione dell’ aereoporto civile di Grazzanise, per decongestionare Napoli e per offrire una formidabile opportunità di sviluppo all’intera area casertana. Ideò la costruzione di un termovalorizzatore per chiudere virtuosamente e definitivamente il ciclo dei rifiuti solidi urbani, avendo ben calcolato il rischio infiltrazioni malavitose in caso di insuccesso di tale formula. Creammo sotto la sua guida i Parchi Regionali per dare pari opportunità alle aree interne della nostra Regione rispetto alle zone costiere più avvantaggiate. Fu lui a spingere  per l’ inter -modalità dei trasporti sostenendo la creazione dell’interporto Marcianise – Maddaloni. Volle il piano regionale ospedaliero,  che potesse migliorar e la qualità dell’assistenza sanitaria incrementando la creazione di poli di eccellenza che garantissero a tutti livelli di assistenza  più qualificati. Facendo leva  su questo idem sentire, lo pregai di far visita a Teano per verificare le condizioni dell’allora ospedale civile, che versava in condizioni difficili. Senza esitazione, al ritorno a Napoli stanziò in bilancio  i primi quaranta miliardi di vecchie lire perché se ne costruisse uno nuovo: la mancata realizzazione  di tale opera fa parte poi dei misteri del nostro tempo che non riusciamo ancora a comprendere! Colto come era non gli sfuggì l’occasione  di valorizzare i beni archeologici ed architettonici della Campania così da finanziare , su mia richiesta,  il progetto che previde lo scavo del teatro dell’antica Cales, con un  impegno di spesa  di un miliardo e quattrocento  milioni dell’epoca. Ecco questo era Rastrelli: uomo di valore e di valori, la cui esistenza è stata spesa nella ricerca continua del bene comune, in una visione cristiana e solidale della vita, che mi è stata di guida di esempio. Con lui scompare una generazione di uomini della destra campana, che hanno interpretato con passione, amore e perbenismo la nobile arte della Politica, quella con la P maiuscola. Sono i padri nobili di una Napoli straordinaria che  si chiamavano: Silvio Vitale, Antonio Parlato,  Franco Puntone, Tonino Cantalamessa, Spalato Bellerè  e Antonio Rastrelli. A loro la gloria dei giusti e a noi il dovere di seguirne l’esempio!”.

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