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DAI RAGAZZI DELLA CASA ALLOGGIO, UN VIDEO PER  COMBATTERE IL CORONAVIRUS

Piedimonte Matese. Anche i ragazzi della casa alloggio “Il Gabbiano Jonathan” la cui coordinatrice è la dott.ssa Nicole Cusano, hanno voluto dare il loro contributo alla lotta contro il coronavirus.Ma davvero non possiamo abbracciarci più? E nemmeno il bacio della buonanotte?” Anita mi commuove con queste parole, quando le sue braccia spalancate verso di me non possono ricevere la risposta sperata. Quei gesti che avevamo considerato scontati, semplici, d’abitudine, oggi acquistano un valore diverso, perché ne percepiamo la mancanza. Le distanze annullate, la vittoria sul pregiudizio, la relazione umana e reciproca hanno fatto da canovaccio alla nostra missione col paziente psichiatrico. Ma dietro lo sofferenza della patologia mentale, abbiamo visto affacciarsi lo spettro dell’epidemia da coronavirus, che sta tentando con violenza a riportare distanze e isolamento. Ma noi, respiriamo ancora insieme con le mascherine, ci diamo la mano attraverso il lattice, ci baciamo da lontano e spalanchiamo le braccia per abbracciarci!

L’isolamento domiciliare a cui ci ha sottoposto l’ultimo decreto ministeriale per contrastare la diffusione del coronavirus di certo rappresenta per noi “animali sociali” una condizione inumana ed angosciante, ma necessaria. Ancor più complicato è quando il restare a casa riguarda gli ospiti di una casa alloggio per disagio psichico, che già vivono la condizione di accoglienza in una struttura che non è la loro casa. Un collocamento protetto, lontano dagli affetti, per riabilitare le condizioni residue socio-cognitive. Le uscite didattiche e programmate rappresentano per loro il momento di evasione, d’integrazione, di rientro nel contesto di normalità: un caffè al bar, un giro in centro, la chiacchiera con il conoscente del paese, gli acquisti nei negozi. Il coronavirus sta privando dell’ultimo residuo di libertà i nostri ragazzi; ha alzato le barriere che avevamo provato a distruggere, ci ha imposto camici, mascherine, guanti, ci ha tolto la possibilità di entrare in contatto, la necessità stare con “l’altro”.

“Ma non vi preoccupate – interviene Ernesto – San Ferdinando ci aiuta e per Pasqua passiamo tutti bene”. La voce della speranza, che irrompe e ci fa sorridere. Così nasce l’idea di condividere con voi le loro reazioni e testimonianze sul coronavirus.

Nella loro spontaneità ci regalano i sorrisi dell’ottimismo, del ritorno alla normalità, dell’adesione alle norme dettate dal decreto, ma soprattutto la voglia di tornare presto a riprenderci il nostro amato caffè.

 

 

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