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CURIOSITA’ IN CUCINA- COME IL VINO, IL PEPERONCINO FA BUON SANGUE?

*Antonio Malorni| I nostri nonni lo dicevano: “Il vino fa buon sangue”. Ma lo affermavano empiricamente, senza alcun fondamento scientifico. Ora sappiamo scientificamente che nel vino sono presenti dei componenti ad azione vasodilatatrice che avrebbero una influenza benefica sulla circolazione sanguigna. E, quindi, un bicchiere di vino nella maggior parte dei casi fa buon sangue.Ma nessun nonno ha mai detto: “Il peperoncino fa buon sangue”. Del peperoncino sono state decantate altre proprietà ma non certo quella di fare buon sangue. Invece oggi la scienza ci dice che il peperoncino stimola l’emopoiesi.

Vediamo come.

La caratteristica principale delle cellule staminali del sangue è la loro capacità di rigenerare il sangue intero e il sistema immunitario. Questo processo è noto come emopoiesi e le cellule sono meglio conosciute come cellule staminali ematopoietiche (HSC).Dopo la nascita, queste cellule HSC risiedono in nicchie specializzate nel midollo osseo, nicchie che assicurano la loro quiete e l’auto-rinnovamento.Per tutta la vita, le HSC vengono rilasciate dal midollo osseo per ricostituire le cellule del sangue in un processo controllato dai nervi involontari.Ma anche i nervi sensibili al dolore creano connessioni con il midollo osseo e quindi sorge la domanda: questi neuroni possono anche mobilizzare le HSC dalle loro nicchie?Per rispondere a questa domanda un gruppo di ricercatori dell’Albert Einstein College of Medicine di New York ha fatto degli studi ed ha scoperto un ruolo sorprendente del peperoncino ed in particolare del suo componente piccante, noto col nome di capsaicina. Il lavoro “Nociceptive nerves regulate haematopoietic stem cell mobilization” è stato pubblicato sul fascicolo del 23 dicembre 2020 di Nature.Questi ricercatori hanno trovato che la maggior parte dei nervi nel midollo osseo sono neuroni chiamati nocicettori, la cui stimolazione, da parte della proteina detta fattore stimolante le colonie granulocitarie (G-CSF), provoca il rilascio del peptide neurotrasmettitore correlato al gene della calcitonina (CGRP), il quale si lega alle HSC, inducendo sulla loro superficie la formazione di un recettore dimerico formato  dalle proteine CALCRL e RAMP1. Grazie a questo processo, quindi, le HSC sono stimolate a spostarsi dal midollo osseo per entrare nei vasi sanguigni per l’emopoiesi. Questo processo è schematizzato nella figura in maniera abbastanza intuitiva. Quindi la risposta alla domanda posta all’inizio è positiva, cioè i neuroni possono anche mobilizzare le HSC dalle loro nicchie e incanalarle nel torrente sanguigno.Ma a questo risultato importante se ne è aggiunto un altro a sorpresa: anche un componente del peperoncino, chiamato capsaicina, innesca lo stesso processo (ma non è noto ancora se la stimolazione sia diretta o indiretta), come si legge dalla figura.Questo risultato probabilmente non è limitato solo al peperoncino ma potrebbe interessare altre spezie, capaci di innescare l’attivazione dei nocicettori. Inoltre, la dimostrazione di come la capsaicina del peperoncino sia coinvolta in un processo vitale di tale importanza, come l’emopoiesi, fa capire l’importanza dell’alimentazione nel mantenimento della buona salute.Però… C’è un però. I risultati del lavoro sono stati ottenuti in laboratorio su animali da esperimento: i topi. Ciò significa che, per la loro rilevanza per la sua salute umana, occorre verificare e convalidare nell’uomo tali risultati, dal momento che la biologia umana spesso non si riflette perfettamente in quella dei topi.Nel frattempo, in attesa che la scienza ci confermi che il “peperoncino fa buon sangue” anche per l’uomo, possiamo continuare a consumarlo alle dosi usuali delle spezie, cioè piccole quantità, altrimenti renderemmo le pietanze preparate non decisamente appetibili.

 * Il prof. Antonio Malorni (NELLA FOTO) è stato direttore dell’Istituto di Scienze dell’Alimentazione e Componente del Consiglio Direttivo del Comitato Nazionale di Consulenza per le Biotecnologie e Biologia Molecolare del CNR. Attualmente è il Delegato di Caserta dell’Accademia Italiana della Cucina (Istituzione Culturale della Repubblica Italiana).

 

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