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L’IMPATTO DEL COVID-19 SULLO SCREENING  PER TUMORE DEL COLON-RETTO

L’adesione allo screening per il tumore del colon-retto in Italia è più bassa rispetto a quelle per la diagnosi precoce del tumore al seno e alla cervice uterina. Da qui la preoccupazione per quello che potrebbe essere l’impatto della pandemia di Covid-19 sull’incremento di tumori del colon retto causati da drastiche riduzioni nei programmi di screening.Noi, abbiamo sentito sul tema, il dr Luciano Onofrio.

  • Dottore ma perché lo screening in generale è così importante e quello dei tumori del Colon retto in modo particolare?

“Gli screening sono esami condotti a tappeto su una fascia più o meno ampia della popolazione allo scopo di individuare una malattia o i suoi precursori  prima che si manifesti.

Nella nostra Asl come in gran parte del territorio italiano, sono attivi programmi di screening che riguardano il tumore del seno, quello del collo dell’utero e quello del colon. Questi tumori sono tra quelli più frequenti nella popolazione. In particolare per la popolazione femminile: mammella (30%), colon retto (12%) e polmone (12%). Per quella maschile: prostata (19%), polmone (15%), colon retto (14%).

Il tumore del colon retto, così come gli altri tumori, trovano nella variabile tempo un fattore prognostico fondamentale: il cancro del colon-retto è una neoplasia spesso conseguente ad una evoluzione di lesioni benigne (polipi adenomatosi), che si trasformano in un periodo molto lungo (dai 7 ai 15 anni) in cancro.

Lo screening seleziona attraverso la ricerca del sangue occulto nelle feci, una fetta di popolazione con una maggiore probabilità di essere affetta da lesioni polipoidi; la successiva colonscopia, riservata ai positivi alla prima indagine, consente di interrompere la catena che porta dal polipo al cancro, asportando appunto la lesione ancora prima che questa si trasformi, oppure intervenendo su una lesione magari già cancerizzata, ma in una fase precoce in cui la possibilità di cure radicali e risolutive è molto alta.

Il trend, in calo, del tumore del colon-retto in Italia sia negli uomini (-1,3%) che nelle donne (-1,1%) più evidente negli anni recenti nella fascia oggetto di screening (50-69 anni) e negli ultrasettantenni (-1,6% negli uomini e -1% nelle donne), indica chiaramente la potenza e l’efficacia delle campagne di screening”.

  • Si può stimare l’impatto della pandemia di Covid-19 sull’incremento di tumori del colon retto causati da drastiche riduzioni nei programmi di screening?

“La prima ondata di Covid ha causato la perdita di oltre 1.4 milioni di esami diagnostici, dai quali si è stimato in circa 600 le mancate diagnosi di tumore del colon-retto.La seconda ondata e lo stop delle attività non urgenti ha causato una seconda grave interruzione proprio mentre la ripresa iniziava a marciare a ritmi più sostenuti.Fortunatamente, notizia di questa settima, l’attività ordinaria ambulatoriale e di ricovero è stata ripristinata e con essa è ripresa in pieno l’attività di screening”.

  • Chi può accedere ai programmi di screening del colon e come funziona?

“Cominciamo col dire che tutti i programmi di screening sono assolutamente gratuiti e non sono soggetti a liste d’attesa.I beneficiari di questo screening sono tutti i cittadini, di entrambi i sessi, di età compresa tra i 50 ed i 74 anni (fascia in cui il rischio di malattia aumenta). L’indagine consiste nella ricerca di sangue occulto nelle feci, esame non invasivo per il quale non è richiesta alcuna preparazione. Il test, come detto, è gratuito e non necessita di alcuna prescrizione medica. Le persone individuate nella fascia di età ricevono a casa dall’ASL una lettera d’invito. Per aderire è sufficiente presentarsi con la lettera di invito presso lo studio del proprio Medico di Medicina Generale o presso una qualsiasi delle farmacie aderenti, per ritirare il materiale per l’esecuzione del test. Il test andrà poi consegnato nei punti di raccolta predisposti che invieranno direttamente a domicilio dell’interessato il risultato.

  • Che cosa significa un test del Sangue occulto positivo e cosa si deve fare in questi casi?

La ricerca del sangue occulto nelle feci in condizioni normali è negativa. Un risultato positivo al test è indicativo di un sanguinamento anomalo del tratto gastrointestinale. Questa perdita di sangue potrebbe essere dovuta ad ulcere, diverticolosi, polipi benigni, emorroidi, cancro al colon.

Se si verifica questa evenienza il passo successivo da compiere è quello di sottoporsi ad una colonscopia. Anche il questo caso la nostra Asl ha un percorso (PDTA) specifico: ci si reca in uno degli ambulatori endoscopici aziendali (Endoscopia Diagnostica P.O. di Aversa, Servizio Gastroenterologia – P.O. di Marcianise, Endoscopia Digestiva chirurgica P.O. di Piedimonte Matese, Medicina Generale – P.O. di Sessa Aurunca)  dove si ricevono tutte le informazioni del caso, si riceve inoltre la preparazione (soluzione lassativa) necessaria per l’esecuzione dell’esame, e si concorda il giorno in qui eseguire la colonscopia. Va ribadito che tutta la procedura è assolutamente gratuita, non sono necessarie impegnative, non servono prenotazioni o passaggi al Cup, non vi sono tempi di attesa.  Il Nostro Ambulatorio di Endoscopia digestiva chirurgica fa capo al reparto di Chirurgia Generale del PO di Piedimonte Matese, che serve il Distretto 15 (di Piedimonte Matese) ma come detto la scelta dell’ambulatorio endoscopico è a discrezione del paziente che può scegliere dove eseguire la colonscopia, ed è frequente incontrare pazienti provenienti da altri distretti anche lontani dal nostro”.

Può illustrare in maniera sintetica in che consiste la colonscopia e quali possibilità offre?

“La colonscopia è un esame endoscopico che grazie all’utilizzo di uno strumento flessibile e manovrabile consente l’esplorazione dell’intero colon. Oltre a essere un efficace strumento diagnostico, la colonscopia è anche uno strumento terapeutico. Nel caso venisse confermata la presenza di polipi, consente, infatti, di rimuoverli nel corso della stessa seduta endoscopica, senza sostanziali fastidi per il paziente. Viene generalmente eseguita in sedazione cosciente che attenua in modo sostanziale il dis-confort legato all’esame”.

 

  • Ci sono persone che non devono accedere allo screening ?

“Per quanto fin qui detto, lo screening serve per individuare persone affette da condizioni a rischio per patologie neoplastica, vanno sicuramente esclusi tutti i pazienti già sottoposti ad intervento chirurgico al colon (per qualsiasi motivo), i pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali (M. di Crohn, Retto colite ulcerosa), i pazienti sottoposti a colonscopia negli ultimi 5 anni, e quelli già sottoposti ad asportazione di polipi. Tutte queste categorie di pazienti devono essere seguenti presso ambulatori specialistici che detteranno i tempi di eventuali controlli endoscopici”.

. Ha accennato ai fattori di rischio, ma quali sono quelli specifici per questa condizione patologica?

“I fattori di rischio rappresentano quelle condizioni che, quando presenti nella vita di un soggetto, aumentano la probabilità di andare incontro a una determinata patologia. Possono essere legati a fattori genetici e agli stili di vita. Tra i primi ricordiamo:

  • Età: >90% dei casi si sviluppa in persone di oltre 50 anni
  • Storia personale o familiare di polipi e/o di cancro del colon-retto
  • Malattie infiammatorie croniche intestinali: morbo di Crohn, RCU
  • Sindromi ereditarie: poliposi adenomatosa familiare, carcinosi ereditaria del colon-retto su base non poliposica (Sindrome di Lynch)

Gli stili di vita favorenti:

  • Sedentarietà
  • Scarso consumo di frutta e verdura
  • Dieta ricca di grassi e con poche fibre
  • Eccesso ponderale
  • Consumo di alcool
  • Fumo

Mentre non è possibile incidere sui primi, molto si può fare per ridurre o eliminare completamente queste cattive abitudini che predispongono ad ammalarci di tumori del colon”.

  • Quali sono i disturbi, i sintomi che dovrebbero farci preoccupare e cosa deve fare chi li manifesta, qualora non rientri nei programma di screening?

“Purtroppo nella maggior parte dei casi i sintomi sono sfumati o assenti,  basti pensare che i polipi danno sintomi solo nel 5 per cento dei casi e in genere si tratta di piccole perdite di sangue rilevabili con la ricerca del “sangue occulto”.

Il sintomo che più di tutti allarma il paziente è sicuramente il sanguinamento rettale: la rettoragia. Ma altri sintomi e segni dovrebbero indurci a prestare attenzione ed approfondire: citerei il cambiamento delle abitudini dell’evacuazione in generale, o talora una stitichezza ostinata, alternata a diarrea.  Anche l’anemizzazione è un campanello d’allarme importantissimo. Altri sintomi precoci ma vaghi e saltuari, quali la stanchezza e la mancanza di appetito, la perdita di peso, sono spesso trascurati dal paziente.Di fronte a queste problematiche, soprattutto quando ci si trova nella fascia di età maggiormente a rischio (50 – 75 anni), è opportuno avvisare subito il proprio medico che provvederà a richiedere esami specifici ed eventualmente una colonscopia”.

  • A Proposito di colonscopia, si sente spesso parlare di pazienti sconfortati per le lunghe liste di attesa e difficoltà connesse.

“Le liste di attesa sono un problema atavico, a cui però abbiamo cercato di porre rimedio. Nel nostro ambulatorio di Endoscopia Digestiva Chirurgica di Piedimonte Matese, nel corso dell’ultimo anno, sono stati implementati il numero di esami per seduta, è stata istituita una seduta dedicata esclusivamente agli esami urgenti, e sedute aggiuntive vengono programmate per far fronte agli esami con carattere di urgenza ogni qualvolta questi non riescono ad essere svolti in tempi celeri nelle sedute ordinarie. Oltre ovviamente a tutta l’attività di screening che viene eseguita al di fuori delle sedute ordinarie.Mi lasci inoltre ricordare che gli esami che vengono richiesti con carattere di urgenza seguono liste di attesa diverse e più celeri rispetto a quelli ordinari. In questo ultimo periodo, complice l’emergenza covid e il blocco delle procedure ordinarie, abbiamo praticamente azzerato l’attesa per gli esami urgenti.Devo però dire anche che tutti dovremmo essere guidati da correttezza e senso civico, non richiedendo esami con caratteri di urgenza quando tali non sono; spesso assistiamo ad esami routinari e di controllo richiesti con urgenza, è superfluo ribadire come questo comportamento scorretto provochi disguidi ma soprattutto ritardi diagnostici per patologie potenzialmente gravi”.

Dr Luciano Onofrio-  Specialista in chirurgia generale ad indirizzo oncologico, Colonproctologo, Responsabile servizio di endoscopia digestiva chirurgica presso UOC di Chirurgia Generale Presidio ospedaliero di Piedimonte Matese. info@chirurgiapiedimontematese.it

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