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ATTENTI ALLA RETE: LA POLIZIA POSTALE NE HA PARLATO ALL’ISTITUTO COMPRENSIVO DI ALIFE

Antonella Riccio|Alife. Come aiutare i ragazzi vittime di bullismo e cyberbullismo e cosa devono fare i genitori. Lo ha spiegato la Polizia postale, intervenuta in un incontro con i ragazzi, presso l’Istituto comprensivo di Alife. Attualmente la nostra società è  caratterizzata da mutamenti profondi delle nostre abitudini di vita. In modo repentino e profondo, quasi tutte le nostre attività, in primis la  scuola,  hanno conosciuto una rimodulazione basata in larga parte sull’utilizzo della rete. La scuola, piccola grande comunità di ragazzi, è il palcoscenico ideale per iniziare la riflessione e la prevenzione. Essendo difficile capire quale sia il confine tra un brutto scherzo e un’autentica azione violenta, la dirigente dell’istituto comprensivo di Alife, Angela Faraone e le referenti del bullismo& cyberbullismo, le docenti Angelica Carlone e Antonella Riccio  hanno affrontato con attenzione il problema chiedendosi come aiutare un alunno vittima di bullismo, cosa devono fare i genitori e cosa gli insegnanti, come difendersi dal bullismo, come intervenire.

In questo scenario,  hanno pensato e realizzato un ambizioso progetto intitolato “#Noalbullo”. La prima fase del percorso,  inaugurata il 13 novembre, in occasione della giornata mondiale della gentilezza con attività finalizzate alla sensibilizzazione e all’uso di parole gentili, troppo spesso dimenticate. La seconda fase ha previsto interventi teorici della pisoterapeuta dell’istituto   Nicole Cusano.

Il giorno 24 marzo è stata organizzata una bellissima iniziativa a cui è stata invitata la  Polizia Postale e delle Comunicazioni, con l’intervento della dott.ssa Petriccione e del dott. De Maio. L’evento si è svolto nella sede centrale dell’istituto ed è stato rivolto a tutti gli alunni della Scuola Secondaria di primo grado di Alife e Sant’Angelo. Gli ufficiali  hanno informato e, allo stesso tempo formato tutti i presenti, indirizzato  i loro consigli verso la prevenzione ed il contrasto di un insieme assai vasto ed eterogeneo di attacchi informatici, diretti a colpire il patrimonio personale degli alunni, nonché la sicurezza e la libertà personale di adulti e ragazzi con particolare riferimento alla protezione dei bambini e delle persone più vulnerabili. Il  18 giugno 2017 è entrata in vigore la L.71/2017contro il Bullismo e il Cyberbullismo che raccoglie le disposizioni a tutela dei minori elencando e perseguendo ben 9 articoli.

L’attività della polizia giudiziaria è partita dalla legge elencando poi il loro obiettivo: la volontà di aiutare, guidare e consigliare tutti coloro che, preoccupati e amareggiati, ricevono innumerevoli messaggi dal tono offensivo, discriminatorio, razzista o violento.

Prioritario diventa, quindi l’uso corretto delle parole in rete tassello fondamentale per crescere bene, nel rispetto della legalità e della dignità di tutti. Le azioni offensive possono essere perpetrate sia attraverso l’uso delle parole (per esempio minacciando, rimproverando, prendendo in giro o ingiuriando), sia ricorrendo alla forza o al contatto fisico. In questi casi se si è vittima di prepotenze  NON BISOGNA RIMANERE IN SILENZIO, anche sul web ci sono regole, leggi e polizia in grado di ascoltare, aiutare, trovare le tracce e identificare i prepotenti.

Gli specialisti della Postale, hanno spiegato come estrapolano subito le chat d’interesse, accertando e individuando i ragazzi resisi responsabili delle condotte offensive e discriminatorie fino all’emissione di provvedimenti di perquisizione a carico dei titolari dei profili social individuati. Sul web ogni comportamento può essere tracciato, ricostruito e denunciato alla Polizia, se arreca danno a chi lo subisce.

Al compimento dei 14 anni, i ragazzi diventano penalmente responsabili delle loro azioni  (imputabili) quindi diffamazioni, minacce e insulti in rete possono e devono essere denunciati dalle vittime. Fondamentale diventa l’informazione alle famiglie degli studenti su cosa sta succedendo e sul loro diritto di fare una segnalazione o sporgere denuncia.

Il nostro istituto, ha ricordato la dirigente, ha una funzione educativa di notevole importanza per la formazione e la crescita umana dei futuri cittadini fondata sul riconoscimento dei diritti della persona, tra i quali la dignità, la libertà, il rispetto. Ogni nostra azione educativa è volta al raggiungimento di un clima sereno che favorisca l’apprendimento e una serena convivenza scolastica. Pertanto, tra i suoi compiti primari vi è quello di prevenire e porre rimedio a manifestazioni che ostacolino i processi di sana convivenza con particolare riferimento a dinamiche di bullismo e cyber-bullismo. È doveroso accompagnare e guidare i nostri ragazzi nel loro processo di crescita verso la piena consapevolezza del loro agire, nel rispetto della legalità e della dignità di tutti. Con questa manifestazione diffondiamo un messaggio chiaro: coltiviamo semi di gentilezza e educhiamo all’empatia.

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