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VOLLEY, POLISPORTIVA MATESE: COSI E’ VOLATA IN SERIE “B”. FACCIA FACCIA CON L’ALLENATORE SCAPPATICCIO

Piedimonte Matese. Matese, la festa e qui: prima la salvezza del FC Matese calcio  e poi con la vittoriosa gara, la penultima, di sabato scorso che ha promosso la Polisportiva Matese di Volley in serie B, dopo 30 anni.  La felicità si vede, si sente  si tocca. Dalle espressioni e dalle parole del  riservato allenatore Mario Scappaticcio, si intuisce che il Matese è davvero in festa.

“La felicità va oltre l’immaginario- ha detto Scappaticcio –  la consapevolezza di aver fatto qualcosa di unico e straordinario ancora non è tale. Da quando ho lasciato il Matese (ndr 1992) per intraprendere la carriera sportiva da atleta professionista, ho sempre pensato alle emozioni e alle connessioni delle numerose e fantastiche vittorie avvenute con persone, società e città eccezionali, se fatte nel territorio dove sono nato e cresciuto sarebbero state ancora piu’ belle ed emozionati”.

  • Giocando altrove e su grandi piazze, certamente ha acquisito un bagaglio di esperienze che ora   saranno preziose nella sua terra?

“Certo, ho avuto la fortuna di interagire per cercare di imparare dai migliori, di relazionarmi e accrescere il bagaglio di esperienze con chi ha fatto e fa la storia di questo magnifico sport. Tuttora, i rapporti con gli addetti ai lavori sono ottimi e ad oggi non so se gli insegnamenti hanno prodotto qualcosa di buono. Certamente, da quando su Piedimonte Matese facciamo pallavolo del nuovo corso, abbiamo raggiunto dopo 30 anni la Serie B nel settore maschile”.

  • Lei ci teneva tanto, come abbiamo detto all’inizio, a raggiungere obiettivi importanti anche nella sua terra?

“Certamente, non nascondo che il peso morale di vedere una cittadina che avevo lasciato nel 1992 in Serie B2, senza una squadra in un campionato nazionale era piuttosto difficile da digerire, lo consideravo quasi un debito che avevo nei confronti della mia terra che a 14 anni mi aveva permesso di innamorarmi della pallavolo, del mio lavoro. Conquista dopo conquista, campionato dopo campionato prima da atleta, ho trasferito ad oggi da allenatore tutto il necessario per riuscire a colmarlo”.

  • Certo, “qualcosa” ha fatto?

“E’ il secondo campionato di Serie C che ho il piacere di conquistare da allenatore e questo accade grazie ad una società strutturata e solida che vuole migliorarsi. Grazie alla famiglia Civitillo, sempre pronta alle sfide del futuro e senza la quale tutto questo era impossibile da raggiungere. Attraverso l’AD Bruno Carmine Pagliaro, il Presidente Alessandro Rosolino, il direttore sportivo Davide Lupoli ed il Team Manager Francesco Merola, abbiamo intrapreso un percorso naturale fatto di contatti e conoscenze pallavolistiche che hanno costruito e costruiscono credibilità e rispetto attorno al lavoro che tutti i giorni ci apprestiamo a fare”.

  • L’importanza di avere alle spalle non solo una grande rosa di giocatori ma anche una società ed uno staff?

“Abbiamo formato uno staff tecnico che grazie alla presenza di mio fratello Antonio Scappaticcio, quella di Danilo D’Onofrio e Andrea Occhibove (giocatore allenatore) ci ha permesso di lavorare sodo con un unico obiettivo comune: la Serie B”.

  • Siete stati ospitati nella struttura del Palacanestrino di Gioia Sannitica, grazie anche ad un Sindaco aperto allo sport ma anche grazie ad un tifo che vi ha poi sorretto, il che non è poco?

“Ringrazio anche e soprattutto l’Amministrazione Comunale di Gioia Sannitica nelle persone del Sindaco Giuseppe e dell’assessore Stefano Ferrucci per la disponibilità ad utilizzare l’impianto di gioco omologato (altra nota dolente) e poi a  tutti coloro che ci sostengono, ai fantastici 300 che ci hanno sostenuto sabato. Al Gruppo Ultras dell’FC Matese che sono convinto, continuerà ad incitarci, perché amano, come hanno dimostrato i colori della nostra terra, sostenendo tutto lo sport Matesino”.

  • Lo sport come mezzo di aggregazione ma anche capace di allontanare i giovani da strade pericolose è importantissimo, voi avete anche questi obiettivi?

“Certamente si. A tutti i ragazzi che praticano e praticheranno la pallavolo, oppure qualsiasi sport, dico: abbiate la curiosità di imparare dalle persone migliori rispettando i loro trascorsi ma soprattutto imparate ad amare lo sport, perché lo sport è fatto di aggregazione, di divertimento, di sano agonismo ma anche di regole da rispettare che sono un po’ quelle della vita. Se questo viene recepito e metabolizzato nei giovanissimi in particolare, possiamo cambiare la parte negativa della nostra società”.

About Lorenzo Applauso (2836 Articles)
Iscritto all'ordine nazionale dei giornalisti, già direttore e fondatore della testata giornalistica italianews24.net e attualmente alla direzione di Casertasera.it. Collaboratore di numerose testate nazionali e locali.

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