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RUBRICHE-LA NECESSITÀ DI RICONOSCERCI PECCATORI SPIEGATA DA DON ANTONIO

Carissimi lettori,
il messaggio che Gesù oggi vuole darci è questo: la necessità di riconoscerci peccatori, ma riconoscenti a Dio, in modo particolare in questi tempi e in questa società nella quale stiamo perdendo il senso e l’abitudine di ringraziare.
Non basta adempiere i comandamenti per essere salvati, anche i dieci lebbrosi li osservavano e ubbidivano alla Parola di Gesù. Non basta immergerci nel miracolo, nella continua ricerca di segni prodigiosi, come spesso dimostriamo. Tutto questo non ci fa cristiani. Ciò che ci fa autentici e veri cristiani è l’immersione nella vita quotidiana con gli stessi sentimenti di Gesù, che ci ha assicurato la sua presenza in ogni comunità dove ci sono carità e amore.
Chiediamoci se anche noi come i dieci lebbrosi abbiamo bisogno di essere guariti da Gesù e da che cosa? I dieci lebbrosi volevano essere guariti dalla lebbra, una terribile malattia, che nelle fasi più avanzate distrugge le membra, quasi pezzo a pezzo, specialmente le estremità e chi ne veniva colpito doveva vivere nell’ isolamento. E questa loro richiesta, questa implorazione di aiuto, espressa dal fatto che tutti e dieci vanno incontro a Gesù, gridando da lontano, viene esaudita. ” Andate a presentarvi ai sacerdoti”, dice Gesù, evidentemente per fare constatare la guarigione avvenuta. E così, tutti e dieci si muovono su questa sola Parola di Gesù, pieni di fiducia. La guarigione li sorprende per la via e li fa comprensibilmente impazzire di gioia e anche dimenticare il Maestro di Nazareth, tutti presi dalla vita che rifluiva in essi, dalle relazioni e dai progetti che si potevano riprendere dopo l’esperienza di morte che avevano fatto. Perché con la lebbra veniva imposta la morte fisica che distruggeva l’organismo e anche la morte spirituale per la persuasione di essere maledetti da Dio. Tutti e dieci vengono guariti, ma solo uno straniero, disprezzato dai giudei, torna a ringraziare. Come veri cristiani, anche noi andiamo dove c’è bisogno del nostro aiuto, ricordandoci di essere un popolo missionario, un popolo che si confronta nel dialogo. Sentiamo il grido di dolore di coloro che hanno bisogno di noi, anche se è fatto di silenzio, per fare loro incontrare nella Chiesa, la presenza di Gesù “salvezza di Dio”, mostrando con la nostra presenza la fede che anima la Chiesa, con l’impegno a vivere e ad operare pagando di persona, per questa fede.
Buona e Santa Domenica!
Don Antonio Nacca

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