CASERTA, FEUDO DI S. MARTINO: STRADA PIENA DI BUCHE, PROTESTANO I CITTADINI
Annibale Bologna. Caserta. Continua il nostro “itinerario” periodico lungo le strade del capoluogo e, nostro malgrado, ancora una volta siamo costretti a segnalare l’ennesimo ed ingiustificato diritto negato ai cittadini relativo a quella che non e’ fuori luogo definire “la viabilita’ negata”. Nel caso di specie, siamo in Via Feudo di San Martino, tratto viario che congiunge l’area che diparte dal Centro di Analisi Cetac, tange la Chiesa Evangelica della Citta’ e si dirige verso l’area del Comune di San Nicola la Strada. Si tratta, quindi, di un tratto di strada di fondamentale importanza non solo per i residenti che, allo stato, si sentono abbandonati dalle Istituzioni locali e che, pur cadendo nell’area di competenza del Comune di Caserta, risulta essenziale per rendere possibile l’imprescindibile comunicazione interna tra San Nicola la Strada ed il Capoluogo, evitando cosi’ di percorrere il distante e trafficatissimo Viale Carlo Terzo di Borbone.Dalle foto allegate al servizio, e’ possibile costatare la presenza, lungo l’asfalto da poco steso, di barriere temporaneamente apposte,da settimane, dalla Polizia municipale ma che, puntualmente e con massima facilita’, vengono spostate dagli esasperati automobilisti di passaggio.E’ possibile, inoltre, notare il grave stato in cui si trova l’intera via, interessata, nei mesi passati, dagli scavi operati dalle societa’ incaricate di apporre la fibra servente la linea telefonica e, successivamente, dal passaggio di mezzi pesanti utilizzati per la realizzazione del tratto viario congiungente Via Feudo San Martino e la confinante area del Comune di San Nicola la Strada.E’, a nostro avviso, urgentissimo un intervento risolutivo da parte del competente ufficio tecnico Comunale atteso che quelli che, al momento, appaiono come pericolosissimi avvallamenti minacciano di mutarsi in voragini in cui non e’ possibile escludere che possano essere inglobati pedoni, motorini o auto di passaggio.E, nel caso di specie, auspichiamo che la speranza, e non altri, sia l’ultima a morire….
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