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RAVISCANINA OMAGGIA E RICORDA L’AMMIRATO ALDO MASULLO CON L’INTITOLAZIONE DI UNA PIAZZA

Francesca Diana| Raviscanina. Nell’occasione del centenario della nascita di Aldo Masullo, la città di Raviscanina rende omaggio all’amato filosofo che più volte aveva avuto la possibilità e la gioia di incontrare e che ricorderà con l’intitolazione ad una piazza attualmente senza nome.

Arriva sempre, prima o poi, il momento di una revisione della toponomastica sia perché le antiche denominazioni risultano inadeguate sia perché lo sviluppo urbano ha creato nuovi spazi che restano anonimi. Quando questo momento giunge si pone il problema della scelta del nome da dare, problema più complesso se si tratta di sostituire un toponimo antico, anche se ormai insignificante in ogni senso, ma più semplice se si tratta di dare un nome ad un luogo anonimo, come nel caso che si presenta alla nostra attenzione.

Nel caso in esame la motivazione della scelta unisce strettamente il posto e il personaggio al quale intitolarlo.

Il posto scelto è quello giusto: lo slargo di fronte alla Chiesa del Sacro Cuore che fu creato con la costruzione della “strada di bonifica” che collegò Ailano con Piedimonte Matese su un percorso pedemontano. Uno slargo rimasto anonimo, perché mai fu assimilato alla contigua piazza del Municipio, intitolata successivamente all’inizio del‘900 a Umberto I, secondo re d’Italia, morto in un attentato frutto della svolta autoritaria che aveva voluto dare all’Italia con una politica colonialistica e repressiva dei nascenti movimenti popolari (alla luce della storia un toponimo da sostituire in futuro riportandola a Piazza del Municipio).

Un posto giusto, quindi, per dare un nome ad un luogo che era rimasto “anonimo” ma nel contempo diventato per volere dei suoi cittadini un altare civico, come recita l’ultima strofa dell’ “Inno a Raviscanina”:

La tua Piazza per narrare

dei tuoi figli le lor gesta

sempre fu civico altare

dei migranti e di chi resta.

Aldo Masullo era passato per questo slargo, per questa Piazza – altare civico, non una sola volta e sempre disponibile al saluto e allo scambio di battute e commenti, come un filosofo peripatetico a suo agio nell’agorà. Qui i cittadini di Raviscanina lo hanno iniziato a conoscere e a seguirlo negli anni della sua partecipazione alle varie edizioni del “Premio Olmo” nell’Auditorium Gaudium et Spes, dove ha sempre tenuto memorabili lezioni di vita che hanno incantato centinaia di raviscaninesi che, in un afflato incontenibile di entusiasmo la sera del 2009, quando fu laureato Premio Olmo, vollero acclamarlo “cittadino di Raviscanina”, non cittadino onorario come si fa con le personalità, anche se Aldo Masullo lo era e lo è tra le più importanti del nostro tempo, per cui ha pieno titolo di essere scelto, ma come “cittadino”, alla guisa di un amico importante, un familiare amato, un educatore dal quale non ci si sarebbero mai voluti staccare, come implumi uccellini che aspettano di essere imbeccati per poter crescere e volare finalmente da soli.

Il posto è quello giusto, lo slargo davanti ad una chiesa, ma storicamente di proprietà del Comune, dove:

  • del filosofo di tutti,
  • dell’uomo reso libero e indipendente grazie alla cultura, dell’uomo mai sedotto dalla politica, ma per due volte deputato e due volte senatore senza alcuna tessera di partito,
  • dell’esploratore della «paticità» e della duale natura umana, quella del sentir-si soggetti e contemporaneamente sentir-ci comunità, da cui emerge forte il valore della relazione e della pace,
  • del gigante del pensiero e dell’impegno civile del nostro tempo,
  • del nostro amato Amico e Maestro

emerge forte la voce che afferma: “È nella coscienza che la parola del Vangelo trova un senso”, monito che sprona a percorrere sentieri di rinascita, perché Aldo Masullo è uno di quei pochi spiriti illuminati del nostro tempo che ha l’autorevolezza morale per comandarci, come scrive Marco nel suo Vangelo, quando ci racconta che Cristo fa udire i sordi e parlare i muti: “Effatà”, cioè: “Apriti” (Cf. Mc 7,31-37). Egli può comandarci di aprirci, cioè, a noi stessi e alla nostra coscienza per affrancarci dalla nostra pochezza civile e morale. Ma sta a noi recepire e rispondere al suo invito, perché tutto dipende solo da noi.

E noi oggi recepiamo questo invito e in questa intitolazione, dalla quale si dirama verso Est, verso il sorgere del nuovo sole, la via Merlin Scott, creando una continuità che richiama ai valori universali della Pace, la comunità di Raviscanina trova una sua identità rafforzata non più solo dall’antico campanilismo, ma dalla volontà di camminare a testa alta verso il proprio futuro in relazione con le comunità vicine e lontane con le quali riuscirà a creare risonanze costruttive allo sviluppo del bene comune e della Pace.

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